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  • Emanuele Orrù e Alessandro Cocco

Approvato il green pass. E ora?


E dopo?


Un anno e cinque mesi dall'inizio della lotta alla pandemia, eccoci davanti ad un nuovo spartiacque, un nuovo punto di svolta nell'equilibrismo tra poteri dello Stato e libertà dei cittadini.


Il governo Draghi ha appena approvato il green pass che renderà di fatto obbligatorio il vaccino anticovid: sarà necessario dimostrare di aver ricevuto almeno una dose di siero per poter andare al cinema, nei musei, nei bar, nei ristoranti, per poter cioè riprendere la propria socialità.

L'idea è entrata prepotentemente nel dibattito nazionale dopo la scelta del presidente francese Macron. Visti i numeri dei non intenzionati a vaccinarsi in Francia, dall'Eliseo hanno scelto: o fai il vaccino o avrai vita dura.

Nei paesi anglosassoni si chiama “spinta gentile”, ovvero incentivare i comportamenti virtuosi premiandoli, disincentivare i comportamenti non virtuosi con costi e penalità.

Ma siamo sicuri che sia una scelta sensata e priva di conseguenze?


Impossibile non avere diversi dubbi riguardo questa proposta. In primis i dubbi sui controlli: abbiamo visto in zona rossa, arancione e gialla una ovvia carenza di controlli, quasi certamente varrà altrettanto per il green pass.

Il controllo viene scaricato sulle spalle delle imprese, le quali si troveranno così schiacciate tra la necessità di riprendere a lavorare a pieno regime e il rischio di sanzioni.

La soluzione appare paternalistica e deresponsabilizzante degli individui: sarà difficile convincere i più scettici e spaventati solo grazie ad un obbligo indiretto. Si rischia anzi di diminuire la fiducia nella vaccinazione, che, al contrario, sebbene ancora incompleta, mostra già un importante miglioramento per quanto riguarda ospedalizzazione e decessi.

A ben guardare, il green pass sembra un modo attraverso cui la politica si lava le mani dal tema vaccinazioni, nascondendosi dietro alla nuova produzione legislativa in materia, ma senza effettivamente cercare metodi efficaci per risolvere i rischi di nuovi contagi.

I maggiori dubbi sorgono poi davanti all'opportunità o meno di creare un nuovo strumento legislativo di controllo statale: le numerose incursioni nella sfera delle libertà individuali dei cittadini proseguono. Siamo sicuri che un domani questo strumento non possa essere usato per qualche nuova e assai meno nobile causa?


Entrambi gli autori che scrivono hanno già ricevuto la seconda dose di vaccino e sono assolutamente convinti della necessità di proteggere la salute altrui, tuttavia sono scettici circa l'obbligo di trattamenti sanitari: “la mia libertà finisce dove inizia quella di un altro” ma la mia libertà non può essere un arbitrio di chi governa.

Come coniugare queste due posizioni che non fanno dormire?


L'articolo 32 della Costituzione, quello che riguarda la Sanità, fa un passaggio importante: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività”.

Parla di tutela della salute utilizzando le parole "individuo" e "collettività". Come si interpreta questo? È legittimo domandarsi quale implicazioni ci siano, in questi termini, se portati alle estreme conseguenze. Quando è necessario fermarsi?


Il vaccino è l'unica soluzione: non raggiungere l'immunità di gregge vorrebbe dire rischio varianti, nuovi contagi, nuovi sintomi e nuove chiusure: la non-vita dell'ultimo anno che tutti vogliamo dimenticare.

I dati sulle mancate vaccinazioni mostrano alcuni dati chiari: l'Italia non ha il problema francese; ancora troppi over 50enni si son sottratti al vaccino; i veri "no vax" sono nulla più che una limitata percentuale della popolazione: la restante parte si tratta di cittadini spaventati e insicuri per via della comunicazione confusa fatta su AstraZeneca prima e sulla vaccinazione eterologa (il mix tra due vaccini) ora.


Il passaggio della Costituzione che parla di collettività è forse questo?

Non riduciamo la questione alla dicotomia novax/provax: squalificare questo dibattito sarebbe pericoloso e ingiusto.

Riflettiamo, perché questa avrà tante e nuove possibili conseguenze.

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