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  • Immagine del redattoreGiulio Ardenghi

Chi ha ucciso Daria Dugina?



Nella notte tra il 20 e il 21 agosto del 2022, la giornalista e analista politica russa Daria Dugina è rimasta uccisa a seguito dell’esplosione di un ordigno piazzato nell’automobile che stava guidando. Al momento della sua morte, la 30enne si stava allontanando da un evento in un villaggio poco distante da Mosca al quale aveva preso parte insieme a suo padre, il filosofo eurasiatista Alexander Dugin.


I fatti


La macchina che Dugina guidava era di proprietà di suo padre, e questo farebbe pensare che lui stesso fosse l’obiettivo dell’attentato. Un'ipotesi che non è certo da escludere visto che Dugin è un autore estremamente controverso, soprannominato “il filosofo più pericoloso del mondo” dal giornalista Paul Ratner. [1] La motivazione di questo titolo sta nella presunta vicinanza di Dugin alle alte sfere del Cremlino e allo stesso Presidente Putin, sui quali, secondo alcuni, esercita una grande influenza.

In questo momento non mi interessa entrare nello specifico della vastissima visione filosofica di Dugin, alcuni elementi della quale verranno comunque presentati in un futuro articolo. [2]


Per il momento credo sia sufficiente dire che l’autore è considerato un pericoloso estremista dalla gran parte del mondo occidentale, con diversi Paesi che, negli anni, gli hanno negato qualunque possibilità di ingresso. La ragione di ciò è la sua profonda avversione per il liberalismo, il mondo occidentale e tutta la modernità. Dugin, in gioventù, ha militato sia in gruppi di estrema destra che di estrema sinistra, fino a fondare, nel 1993, il Partito nazional-bolscevico insieme a Eduard Limonov, un altro estremista politico russo morto nel 2020. Ben presto, il filosofo si rese tuttavia conto che il nazifascismo e il comunismo avevano già avuto la loro chance di sconfiggere il liberalismo finendo per fallire. Non aveva quindi più senso illudersi che potessero vincere questa "battaglia" ora. Da qui la necessità di una quarta teoria politica che possa soppiantare tutte e tre le teorie elencate, basata sull’antropologia filosofica di Heidegger e sostenuta da una visione del mondo improntata al tradizionalismo di figure come Evola e Guénon, e da una geopolitica imperialista simile, ma non uguale, a quelle degli slavofili e degli eurasiatisti bianchi.


Le teorie


A questo punto ci si potrebbe già chiedere come sia stato possibile che qualcuno sia riuscito a piazzare un ordigno esplosivo sulla macchina di qualcuno come Dugin. Pare strano che un autore così controverso e con così tanti nemici (se non altro per il suo sostegno incondizionato e le sue letture misticheggianti della guerra in Ucraina) non avesse preso degli accorgimenti per la sicurezza sua e dei suoi cari.

Daria Dugina ritratta da bambina insieme al padre Alexander (sul palco) durante un comizio


A ogni modo, le teorie che circolano al riguardo sono tante. La portavoce del Ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha alluso con forza alla possibilità che siano stati gli ucraini a pianificare l’attentato, [3] arrivando persino a parlare di “terrorismo di Stato”. Anche lo stesso Dugin propende per questa versione, e scrive su Telegram “come tutti sapete, a causa di un attacco terroristico effettuato dal regime nazista ucraino (…) mia figlia Daria Dugina è stata brutalmente uccisa in un’esplosione davanti ai miei occhi”. [4] Similmente, anche i servizi segreti russi (FSB) avrebbero individuato una potenziale spia ucraina che si è resa autrice dell’attentato. Queste insinuazioni, tuttavia, sono state prontamente respinte da Kiev.


Un’altra tesi è quella secondo cui siano stati gli stessi ufficiali russi a volere la morte di Dugin e/o di sua figlia. Secondo i sostenitori di questa ipotesi, Putin avrebbe voluto sfruttare la morte del filosofo per rafforzare ancora di più la coesione sociale tra i russi contro un nemico esterno. Se questo spiega la facilità con cui l’ordigno è stato piazzato, ci sono altri punti in cui non sembra molto persuasiva. Nonostante la sua incessante attività, Dugin rimane quasi sconosciuto agli occhi del russo medio. È certamente guardato con ammirazione dalle destre populiste di tutto il mondo (non a caso è una figura di primo piano del Metropolgate, lo scandalo dei presunti fondi russi alla Lega di Matteo Salvini) e le sue teorie occulte hanno facile presa sugli internauti che gravitano attorno agli ambienti alt right. Tutto ciò fornisce a Putin un buon numero di simpatizzanti anche fuori dal suolo russo, e non sembra il caso che il presidente russo decida di far fuori un alleato così prezioso. Sempre che Putin si interessi più di tanto a quello che fa Dugin e, come sembra essere l’opinione di molti analisti russi, non preferisca semplicemente ignorare uno che è percepito come un folle reazionario dalla maggioranza di coloro che si interessano a lui.


Una terza teoria che si scorge in rete è decisamente più macabra. Secondo questa, sarebbe Dugin stesso l’architetto dell’omicidio di sua figlia. Per il giornalista di origine russa Sergej Sumlenny, c’è una probabilità del 20% che Daria Dugina sia stata uccisa da suo padre, definito come un “psicopatico esoterico”. [5] La ragione che l’autore presenta è che Dugin ha scritto un lungo articolo in russo sulla pratica del sacrificio dei propri figli. Nulla si può escludere in questo momento, ma sarebbe davvero meglio aspettare prove sufficienti prima di andare solo a pensare a spiegazioni di questo tipo.


Se tutto questo dà l’idea che la Dugina sia solo una vittima passiva la cui colpa è unicamente quella di avere il padre sbagliato, ciò non è del tutto vero. Lei stessa era molto attiva nel progetto di Dugin, come dimostra un video sul suo canale Telegram in cui visita l’Azovstal appena conquistato e descrive come “satanica” l’atmosfera al suo interno. Poliglotta e laureata in filosofia come suo padre, Dugina era studiosa del pensiero platonico e neoplatonico, tanto da firmarsi spesso col nome di Daria Platonova. Anche lei veniva intervistata e partecipava a conferenze nelle università e ai dibattiti televisivi. La sua fama rimane comunque legata alle idee di Dugin, e, pur essendo lei stessa un’estremista politica, era fondamentalmente una teorica e un’attivista che non compiva azioni violente.


Lo stesso presidente Putin ha pubblicamente espresso le sue condoglianze alla sua famiglia, e ha deciso di onorarne la memoria insignendola con l’Ordine del Coraggio, anche se in modo postumo. [6]

In fin dei conti, è sempre una tragedia quando una ragazza che non merita di morire viene assassinata. Mentre si cerca di risalire a cosa sia veramente successo, non possiamo far altro che augurarci che Daria Dugina abbia finalmente trovato pace.



Fonti:

[1] Paul Ratner, The most dangerous philosopher in the world, Big Think, 18 dicembre 2016, https://bigthink.com/the-past/the-dangerous-philosopher-behind-putins-strategy-to-grow-russian-power-at-americas-expense/ consultato il 21/08/2022.


[2] Chi è interessato può comunque consultare la mia recensione del dibattito tra Dugin e il filosofo liberale francese Bernard-Henri Levy: https://www.toctocsardegna.org/post/levy-contro-dugin-la-battaglia-ideologica-tra-russia-e-occidente

[3] Redazione, Ukraine’s trace in Dugina’s murder to confirm Kiev’s policy of State terrorism – diplomat, TASS, 21 agosto 2022. https://tass.com/politics/1496409 consultato il 21/08/2022


[4] A. Dugin, comunicazione via Telegram: t.me/Dugin_Aleksandr. 22/08/2022.



[6] Redazione, Order of courage awarded to Darya Dugina posthumously – presidential decree, TASS, 22 agosto 2022, https://tass.com/society/1496909?utm_source=google.com&utm_medium=organic&utm_campaign=google.com&utm_referrer=google.com consultato il 25/08/2022.


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