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  • Maria Francesca Mainas

Cosa c’è dietro la sospensione di Detto fatto?


Il 24 novembre 2020, in un normale pomeriggio autunnale, a Rai 2 è andato in onda un grottesco siparietto che ha creato accese polemiche portando alla sospensione del programma Detto Fatto.

L’oggetto della bufera è un “tutorial”, che si proponeva di insegnare alle donne a fare la spesa in maniera sensuale: camminare con il ginocchio teso, fare delle corsie del supermercato il proprio palcoscenico, non arrampicarsi in maniera goffa nel caso in cui un prodotto si trovi in alto.


Questa scena potrebbe essere da molti sottovalutata, essere considerata comica oppure semplicemente passare inosservata. Ma cosa c’è veramente sotto?

Questo video porta avanti lo stereotipo della donna sempre sensuale, elegante, rispondente a canoni di bellezza socialmente accettati. Una donna che, per poter essere guardata da un uomo, deve necessariamente avere certe caratteristiche anche mentre fa la spesa. Il corpo della donna viene spesso sessualizzato, fatto passare come funzionale al desiderio e all’appagamento dell’uomo, come trofeo da abbellire per farsi notare. È necessario smettere di pensare alla donna come oggetto iper-sessualizzato che deve tendere a compiacere l’uomo e iniziare a pensare alla donna come persona. Questo significa avere una donna libera che, anche se si mette i tacchi per fare la spesa, lo fa per sé stessa e non a causa delle continue pressioni sociali provenienti (anche) dalla televisione.


Si potrebbe pensare che queste siano solo costruzioni o pensieri teorici, invece gli stereotipi possono tradursi in discriminazione e violenza. In uno studio IPSOS, condotto tra i giovani, emerge che il 70 % delle ragazze (a fronte del 21% dei ragazzi) hanno ricevuto molestie, apprezzamenti sessuali quali fischi per la strada e battute volgari. Il 31 % delle ragazze (a fronte dl 16 % dei ragazzi) sono state palpeggiate, in luoghi affollati, da persone che non conoscevano. L’ISTAT riporta dati non meno preoccupanti, nel periodo di riferimento 2015/2016, le molestie con contatto fisico (ovvero le situazioni in cui le vittime sono state accarezzate o baciate contro la loro volontà) sono state subite nel corso della propria vita dal 15,9% delle donne e dal 3,6% degli uomini. Nella maggior parte dei casi, il 60%, questo tipo di molestie sono perpetrate da estranei o da persone che si conoscono solo di vista (15,8%). Considerando l’intero corso della propria vita, avvengono più frequentemente sui mezzi di trasporto pubblici per le donne (27,9% dei casi).


Questi dati non possono lasciarci indifferenti: se la donna viene fatta passare come oggetto, chi le sta attorno si sentirà autorizzato a trattarla come tale. È evidente che le continue violenze perpetrate a carico della donna hanno radici culturali profonde, insite nelle donne e negli uomini che compongono la società. Chi agisce si sente legittimato in virtù di una certa concezione di chi le sta davanti che, in questi casi, non viene vista più come persona ma come oggetto di potere.

Ritengo che l’educazione possa essere l’unico strumento efficace a lungo termine per vivere in una società più giusta, in cui tutte le persone abbiano pari dignità da un punto di vista sostanziale. È noto a tutti che la scuola e la famiglia siano il luogo principe dell’educazione, ma oggi non possiamo sottovalutare la portata dei mass media e la risonanza che uno strumento, quale la televisione, può avere agli occhi di un bambino/a, adolescente adulto/a. Di questo si è resa conto anche la RAI che, nel codice etico, del 27 luglio 2020, afferma che uno degli obiettivi risulta essere:

«La valorizzazione della rappresentazione reale e non stereotipata della molteplicità dei ruoli del mondo femminile nel pieno rispetto della dignità culturale e professionale delle donne, anche al fine di contribuire alla rimozione degli ostacoli che di fatto limitano le pari opportunità;»


Possiamo concludere notando che, in relazione alla puntata di Detto Fatto, questo obiettivo non è minimamente stato rispettato. È stata disposta la sospensione del programma e l’ANSA riporta la volontà di Fabrizio Salini, amministratore delegato Rai, di accertare le responsabilità e fare valutazioni sul futuro del programma tramite l’apertura di un’istruttoria. La conduttrice, Bianca Guaccero, ha chiesto pubblicamente scusa sui social.


Questo articolo si proponeva di dare risposte, invece lascia solo tante domande. È accettabile la poca cura dei contenuti da parte di un servizio pubblico? Si può ancora ignorare l’influenza dei mass-media nella società? Si può ancora tollerare una rappresentazione mistificata della donna? Come superare nocivi stereotipi? Come possiamo agire nel nostro piccolo?


https://www.istat.it/it/archivio/209107

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