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  • Davide Casula

I rifugiati ucraini un anno dopo: tra aiuti e disparità di trattamento


È passato un anno dall’ingresso delle truppe russe in Ucraina e spesso ci si dimentica di come la guerra abbia portato nell’abisso uomini, donne e bambini.

In questi casi i civili sono i primi a pagare, costretti a lasciare la propria terra natale nella speranza un giorno di poterci fare ritorno.

Da febbraio 2022 l’afflusso degli ucraini verso le frontiere è stato imponente: milioni di persone si sono riversate verso luoghi idealizzati come ultimo baluardo di salvezza, sperando che al di là di quella linea di confine ci potesse essere una nuova vita ad attenderli.


Le mosse dell’UE

Gli Stati dell’Unione Europea, vista l’emergenza, si sono attivati all’istante, adottando delle misure per far fronte ad un contesto in costante evoluzione.

Lo strumento principale attraverso il quale è stata gestita la situazione è la cosiddetta direttiva "Protezione Temporanea”, una forma di garanzia di protezione del tutto eccezionale in favore di coloro provenienti dalle zone di guerra. Ai rifugiati è stato concesso un permesso della durata di un anno, periodo in cui la persona poteva trovare un lavoro, avere accesso alle cure mediche e ricevere degli aiuti economici.

A dicembre 2022 i rifugiati ucraini aventi diritto alla protezione temporanea erano 4,8 milioni, dimostrandosi a tutti gli effetti una soluzione efficace per affrontare tale evento straordinario.

La stessa UE, oltre ad adottare tale misura, si è mossa in prima persona fornendo aiuti umanitari per un importo pari a 523 milioni di euro. L’Unione ha poi disposto aiuti in materia di protezione civile direttamente all'Ucraina, ma anche a Repubblica Ceca, Moldova, Polonia, Slovacchia. Sostegno che è stato previsto anche per l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), mentre aiuto di tipo finanziario è stato disposto per gli Stati membri che hanno ospitato e ospitato rifugiati. In ultimo, aiuto è stato predisposto per la gestione delle frontiere per i paesi dell'UE e per la Moldova. [1]


L’Unione Europea ha già prorogato di un anno lo stato di emergenza, in scadenza il 3 marzo 2023, e con ogni probabilità rinnoverà, sempre di un anno, la direttiva della Protezione Temporanea in modo tale da rispondere alle esigenze derivanti da un conflitto che non si è interrotto.

Inoltre, ulteriori fondi verranno messi a disposizione per aiuti umanitari e il sostentamento dei profughi. Stando al rapporto Eurostat, al 31 dicembre 2022, tra i paesi dell'UE per i quali sono disponibili dati, la Polonia ha registrato il maggior numero di beneficiari ucraini di protezione temporanea con un totale di 956.760, seguita dalla Germania (936.375 beneficiari ucraini) e dalla Repubblica Ceca (431 310). [2]


Dai numeri è evidente come tantissime persone abbiano potuto usufruire dei programmi previsti, ma possono far intuire quante altre lo faranno ancora.


La situazione in Italia

Anche l’Italia è scesa in campo in favore degli sfollati mettendo a disposizione denaro e strutture. In tal senso all’inizio del conflitto l’Italia ha dichiarato lo stato di emergenza stanziando gli aiuti necessari a fronteggiare l’emergenza.

Sono poco più di 170 mila gli ucraini che sono stati accolti nella Penisola trovando un appoggio sicuro dopo un periodo buio. Per l'accoglienza dei profughi l'Italia ha impegnato circa 754 milioni di euro. Sono fondi serviti per l'assistenza sanitaria, l'ospitalità negli alberghi, il contributo di sostentamento per chi ha trovato una sistemazione autonoma, le spese dei Comuni per i servizi sociali, i minori non accompagnati, l'accoglienza nei Cas (centri di accoglienza straordinaria) e quella diffusa tramite gli enti del Terzo settore. [3]


Nel maggio del 2022 agli ucraini aventi diritto sono stati concessi dei sussidi per la durata di tre mesi, 300 euro per gli adulti e 150 per i minorenni, con il compenso che poteva essere riscosso presso gli uffici postali. Allo stesso tempo coloro che non hanno trovato appoggio presso parenti o conoscenti sono stati ospitati presso delle strutture alberghiere predisposte per l’accoglienza, avendo così un alloggio sicuro.

Per quanto concerne l’assistenza sanitaria, dopo aver chiesto la protezione temporanea, è stato garantito l’accesso al servizio in Italia con le stesse tutele dei cittadini italiani e recandosi presso la ASL più vicina ai profughi è stato assegnato un medico. [4]


Trattamenti differenti

Durante il primo anno di conflitto sono stati tuttavia registrati numerosi episodi di discriminazione alle frontiere e non solo. In certi casi ai cittadini dei Paesi Terzi intenti a lasciare l’Ucraina è stato ostacolato il passaggio. Con scelte prese sulla base della provenienza delle persone, come se il colore della pelle giustificasse una decisione definibile come immorale. [5]


L’UE sotto il profilo dell’accoglienza si è fatta trovare pronta, e questo deve essere la base per potersi muovere dinanzi a individui costretti a rifugiarsi altrove per poter salvare le proprie vite.


Non esistono però guerre differenti: quanto accaduto in Ucraina nell’ultimo anno ha dimostrato che tutti quelli che sono in pericolo hanno il pieno e totale diritto di essere accolti, e ciò non esula dal rispetto di tutte le misure necessarie. Nessuna classificazione però può essere accettata.

Le persone che si affacciano alle frontiere hanno spesso ferite aperte che solamente il tempo può guarire, cicatrici che rimarranno impresse nella loro anima per tutta la vita. E l’accoglienza è il primo passo per poter scacciare questo male, senza nessuna distinzione.


Fonti:

[1] Afflusso dei rifugiati dall’Ucraina, Consiglio europeo, 1 febbraio 2023, https://www.consilium.europa.eu/it/policies/

[2] “Ukrainians granted temporary protection in December”, Eurostat, 9 febbraio 2023, https://ec.europa.eu/eurostat/en/web/

[3] B. L. Mazzei, V. Melis, S, Uccello, Per l’accoglienza dei profughi dall’Ucraina spesi 754 milioni, ilsole24ore, 13 febbraio 2023, https://www.ilsole24ore.com/

[4] Opuscolo informativo Protezione temporanea in Italia, Protezione Civile

[5] Leila Belhadj Mohamed, La storia dei respingimenti etnici ai confini dell’Ucraina, The submarine, 4 marzo 2022, https://thesubmarine.it/











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