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  • Immagine del redattoreAlessio Arriu

Il potere del vento sardo


Nel mese di Giugno 2020, è stato presentato un progetto da parte di Ichnusa Wind Power, da un’idea dell’ingegnere Luigi Severini[1] che prevedeva l’installazione di una centrale eolica che comprendeva 42 torri con un potenziale energetico di 504 MW a 38 km dalla costa sud-occidentale sarda. Il progetto, ha ricevuto pareri positivi da parte di Greenpeace Italia che citando l’articolo dell’ANSA[2], osserva:

“Se vogliamo essere seri nel percorso di abbandono di gas, petrolio e carbone, nel nostro Paese, dobbiamo promuovere impianti rinnovabili, anche legati alla tecnologia dell'eolico off shore [...] Il progetto presentato in Sardegna è un passo avanti in questa direzione e può avere dei benefici anche dal punto di vista ambientale, ad esempio per la fauna ittica"


Il parere dell’assessore alla difesa dell’ambiente Lampis e dei sette comuni interessati nel progetto non sono uguali alla posizione di Greenpeace Italia che, il 6 agosto 2020, ha bocciato il progetto con il consenso dei sette comuni, per motivi tecnico-giuridici[3]. Questa presa di posizione ha dunque diviso l’opinione pubblica, e secondo Iacoboni:


"Opporsi all'eolico in Sardegna e promuovere la metanizzazione significa legare il territorio sardo, e chi lo vive, a tecnologie inquinanti e che diventeranno sempre più marginali nel mercato. Bisogna puntare su rinnovabili, efficienza, reti intelligenti e innovazione tecnologica per salvaguardare la Sardegna, i suoi abitanti e la sua economia. Ovviamente anche gli impianti rinnovabili vanno analizzati e valutati caso per caso, tenendo sempre presente però che i cambiamenti climatici ci impongono di abbandonare al più presto gas, petrolio e carbone. Una rivoluzione energetica di questo tipo è tecnicamente possibile e porterebbe benefici economici e occupazionali"


Oltre a Greenpeace Italia, si è occupato della questione pure il WWF, che in un articolo sul loro sito[4] evidenziano il fatto che la presa di posizione in contrasto con il progetto sia più ideologica che una valutazione puntuale ed obiettiva. L’articolo si focalizza anche sull’obiezione regionale in merito all’impatto visivo che potrebbe avere il progetto nella costa sud-occidentale, che, anche nel caso in cui vi fosse bel tempo, del parco eolico si vedrebbe ben poco. Ora, alla luce dei fatti e dei pareri positivi da parte di associazioni ambientaliste internazionali, verrebbe da chiedersi per quale motivo, oltre a quelli citati, i sette comuni e l’assessorato all’ambiente si oppongono a tutto ciò perché questo investimento da 1.4 mld di euro[5] inizierebbe il processo di decarbonizzazione della Sardegna, in linea con il programma di un’Italia rinnovabile al 100% promossa da Greenpeace. Non resta che aspettare un risvolto della vicenda.



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