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  • Barbara Alba e Emanuele Orrù

Intervista a Luca Palamara: "La giustizia è politicizzata"


Luca Palamara è un ex magistrato ed ex membro del Consiglio Superiore della Magistratura. È stato il più giovane presidente dell'ANM (Associazione Nazionale Magistrati), di cui fanno parte il 96% dei magistrati. Palamara venne espulso dall’ANM nel settembre 2020, dopo che nel maggio 2019 scoppiò il caso che porta tutt'ora il suo nome. All’epoca dei fatti, Palamara aveva 50 anni ed era a capo di uno dei tre poteri dello Stato, quando con un Trojan autorizzato dalla procura di Perugia vennero intercettate centinaia di telefonate professionali e private, da cui fuoriuscì “Il Sistema”.

Questo Sistema, secondo quanto afferma Palamara, operava già da prima dell'inizio del suo incarico. Un modus operandi che ha pesantemente influenzato la politica italiana, intrecciando magistrati, politici e uomini delle istituzioni.


L’accusa rivolta all'ex magistrato è quella di aver pilotato incarichi, spostamenti e nomine avvenute tramite la spartizione di potere all’interno delle correnti. Correnti, che sono nate con fini organizzativi e di dibattito e che, come noto, sono attualmente quattro: Area, Unicost, Magistratura Indipendente e Autonomia & Indipendenza.

Se dapprima sono state il simbolo della protezione dell’indipendenza della magistratura, queste hanno in seguito visto snaturate le proprie funzioni, rivelandosi ambigue articolazioni di potere che hanno dato vita al Sistema.

Ma il Sistema è ancora in piedi? Chi è oggi Palamara? Lo abbiamo chiesto direttamente a lui.


Chi è oggi Luca Palamara?

Oggi sono impegnato a raccontare la storia che ha destato interesse nell’opinione pubblica e che si sta trasformando in un esercizio politico, perché oltre alle presentazioni culturali e saggistiche, c’è anche da capire come hanno funzionato i meccanismi di un mondo - quello della magistratura - che comunque suscita un grande interesse, costituendo un tema divisivo in larga parte dei cittadini. C’è anche un mio costante impegno nel parlare di questi temi ed offrire quella che è stata la mia esperienza alla guida dell' ANM e del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM). Poi c'è il grande tema dei miei processi e dei ricorsi per ricostituire la verità anche davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.


Nel libro “Lobby e Logge”, scritto con il direttore di Libero Alessandro Sallusti, fa riferimento ad un’intercettazione [1] tra il PM della procura di Locri dott. Sirianni, che mentre parla con l’allora sindaco di Riace Mimmo Lucano commenta: “[..] Magistratura Democratica [2] è nata con una cultura della corporazione, dicendo: noi non siamo giudici imparziali, o meglio, noi siamo non indifferenti, noi siamo di parte, siamo dalla parte del più debole [..]”. Secondo lei un individuo che viene giudicato da un giudice che afferma di essere di parte, può sentirsi giudicato senza che quest’ultimo sia privo di pregiudizi, o magari pensa di essere giudicato da un punto di vista politico? La magistratura oggi è politicizzata sia a destra che a sinistra? I giudici sono realmente terzi?

Io penso sia questo il vero tema che interessa ai cittadini, ovvero l’organizzazione politica della magistratura. Settantaquattro anni fa, quando entrò in vigore la Costituzione, i nostri Padri costituenti vollero una magistratura autonoma ed indipendente: essi pensavano che durante il ventennio e in epoca regia fosse un organo subalterno al governo.

A partire dagli anni ’60, i magistrati poi hanno deciso di organizzarsi in correnti, e diciamolo in maniera molto chiara: io ne ho fatto parte (il dott. Palamara era a capo della corrente UniCost, n.d.r.). Le correnti nascono con i più nobili fini, ovvero quello di rappresentare un momento culturale e creare confronti e dibattiti all’interno della magistratura. Hanno avuto il loro apice a metà del ’60, poi però si sono trasformate in delle associazioni che ricalcano molto quello che in politica sono i partiti, per cui le correnti sono l’organizzazione politica della magistratura. Questa stortura finisce per creare un corto circuito come quello che è accaduto recentemente nelle nomine (ovvero la “spartizione” delle procure non per merito ma per appartenenza ad una corrente in base al peso all’interno dell ANM, n.d.r.). [3]

Ora per rispondere alla domanda, è capitato anche a me quando fui presidente dell’ANM di pensare: “Quel magistrato è di destra o di sinistra?”, “A chi appartiene?”. Certamente queste domande fanno mettere in discussione quelli che sono i fondamenti degli equilibri del rapporto tra poteri dello Stato, e in particolare la separazione tra potere legislativo e giudiziario. Ed hai voglia di spiegare che un conto sono le tue idee politiche, l’altro è giudicare correttamente l’imputato. Questo non riesce ad essere un messaggio che dalla magistratura passa ai cittadini, il cittadino ha sempre questo retropensiero che potrebbe essere giudicato da un suo avversario politico e non da un giudice imparziale. Questo non può andare bene.


A proposito delle correnti. È un sistema che va smantellato e, se si, come?

Io penso che sia un problema che vada affrontato senza ipocrisie, perché se lo si affronta in maniera ipocrita esso non si risolve. Mi piace sottolineare, e lo dico sempre, che il dibattito in merito alle correnti è interno anche alla magistratura. Ci sono tanti magistrati che non appartengono alle correnti e che discutono dei temi di cui oggi sono tema nell’opinione pubblica. Quando ero presidente dell’ANM io temevo una sola riforma: quella del sorteggio. Perché il sorteggio avrebbe tolto il “giochino” dalle mani delle correnti. I problemi si potrebbero risolvere proprio affrontando le problematiche di cui stiamo parlando, ovvero creando un meccanismo che permetta di superare il concetto di corrente. Io non credo che queste problematiche si possano risolvere dicendo: “Al posto tuo viene un altro che è più bravo e più puro”, perché c’è sempre un altro che è più bravo e più puro di chi è puro, se dobbiamo ragionare in questo modo. Il problema va affrontato a monte e non a valle.

È troppo facile dire che occorre la buona politica e che le correnti sono il frutto di una degenerazione di problemi, questo nessuno lo può stabilire. I problemi vanno risolti a monte, si risolvono con delle riforme che devono costituire uno shock per il Sistema, cioè un punto di ripartenza su un tema che ha scosso le coscienze dei cittadini.


Oggi in magistratura è possibile fare carriera senza appartenere alle correnti? Lei, sempre in “Lobby e Logge”, racconta di un episodio che ha come protagonisti Ielo e Pignatone che avocano a sé l’indagine condotta da Fava su Piero Amara. Al CSM ci sono degli intoccabili?

Ci sono dei rapporti di forza e di maggioranza che in qualche modo orientano questa o quella indagine, questa o quella decisione. Questo è sotto gli occhi di tutti. Recentemente, per chi ha seguito le vicende di cronaca, è stata archiviata la pratica relativa a Donatella Ferranti, ex magistrato e parlamentare del Partito Democratico (PD). In altri casi il CSM è giunto a conclusioni opposte, ma questo dipende appunto dal problema che abbiamo detto all’inizio, cioè che la politica si sostituisce all’applicazione tecnica e il sistema entra così in cortocircuito. Possiamo dire che il sistema oggi penalizza fortemente chi non fa parte delle correnti e se si vuole fare carriera bisogna in qualche modo essere iscritti alle correnti, scalarle e cercare di ottenere l’appoggio sia per una carriera associativa o consiliare, o per ottenere incarichi direttivi che in qualche modo possono anche alimentare il sistema delle correnti.


In seguito alla pubblicazione dei due libri redatti assieme al direttore Sallusti, è uscito anche il libro di Matteo Renzi che ricalca gli stessi temi. Alla luce di ciò che è contenuto nei due libri, posto che quello che avete raccontato sia vero, visto che le querele e denunce sono state pressoché nulle, allora ne è consegue che anche altre persone siano colpevoli quanti lei. Perché non ha destato lo scalpore che si sarebbe aspettato all’interno del mondo della politica? Perché i media non hanno dato lo spazio che ci sarebbe aspettato a uno dei più grandi scandali che abbiano colpito il terzo potere dello stato?

Io non ho mai avuto dubbi che il Sistema si sarebbe auto protetto, inoltre è successo un altro meccanismo: grazie ad un’informazione compiacente è venuta fuori una versione alternativa di quello che accadde.

Altrettanto vero che nel mondo politico è scattata l’idea che la questione fosse interna alla magistratura per cui non bisogna inserirsi in un mondo non loro, lasciando venisse regolata dentro gli organi della magistratura. È accaduto però, un qualcosa che nemmeno io mi aspettavo: i libri sono stati un successo e sono stati venduti. Il fatto che tanti cittadini fossero interessati a conoscere questi meccanismi mi ha sorpreso. Ricevo spesso inviti e mi capita di parlare in tutta Italia per raccontare la mia verità.

Ecco questo interessamento è ancora più importante, ed è l’unico modo per far partire un serio dibattito su ciò che riguarda una riforma sulla giustizia.


Esiste una giustizia ad orologeria? O è semplicemente tempismo durante le elezioni o di altri appuntamenti dell’agenda politica? Come mai certi partiti sono stati oggetto strumentalmente di attenzioni da parte della giustizia?

Anche io quando ero un giovane magistrato sono entrato con i più nobili ideali e penso che questi debbano sempre caratterizzare chi vuole superare il corso per diventare magistrato. Il mio racconto non sarà mai contro la magistratura, ma per la magistratura, per i cittadini e per quei tanti magistrati che non hanno fatto parte del sistema delle correnti.

Io penso che i tempi della magistratura siano inesorabili. Io ero entrato quando nel 1994 fu recapitato l’avviso di garanzia a Berlusconi nel famoso G7 di Napoli. In realtà è tutto legato a tempistiche. Ad esempio, la vicenda che colpì Luca Morisi, di cui non entro nel merito, ma ne parlo in “Lobby e Logge”, ne parlo con l’esperienza di chi ha maturato nei tribunali certe situazioni. Le carte che rimangano ferme per mesi, poi ad un certo punto saltano fuori in momenti particolari. Il che è evidente se si vuole colpire il nemico politico, ovvero utilizzare la giustizia per altri fini e questo penso sia inaccettabile.

A breve si terrà il referendum su una materia come la giustizia. Si tratta di uno strumento efficace o il legislatore dovrà trovare una strada per una riforma organica?

Il referendum è previsto nella nostra Costituzione, è l’esaltazione del principio della costituzionalità, della partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica. C’è da chiedersi perché si ricorre al Referendum. Uno dei motivi potrebbe essere che in questi anni la politica non ha fatto le riforme che voleva larga parte dei cittadini. Questo perché la politica ha avuto timore nel trattare certi temi, non affrontandoli mai di petto.

Io l’ho vissuto dall’altra parte, quando ero il rappresentante della magistratura associata e ho potuto constatare che, quando si trattava di riformare, la politica voleva sempre una sorta di lasciapassare. Mi spiego: voleva una via libera da parte della magistratura che sistematicamente non arrivava e non arriva. Perché ci sono magistrati che si schierano, magistrati che presiedono il “comitato del No”, magistrati che entrano in campo e creano una sorta di cortocircuito soprattutto tra la magistratura e una parte della politica, cioè quel partito che in qualche modo è stato di riferimento per la magistratura italiana. Da questo punto di vista, auspico che il fatto che determinati temi siano oramai sdoganati e non rimangano limitati a una cerchia ristretta o alle aule di giustizia tra magistrati e avvocati, possa costituire un monito della classe politica per dirle: "intervenite su determinati punti sui quali i cittadini vogliono poter dire la loro".


Fondi: [1] L.Palamara- A.Sallusti, Lobby e Logge, Rizzoli, 2022, pag.169; M.Renzi, Matteo Renzi - il Mostro, Piemme, 2022, pag.33 [2] Magistratura Democratica, https://it.wikipedia.org/wiki/ [3] L.Palamara-A.Sallusti, Il Sistema, Rizzoli, 2021

[4] L.Palmara- A.Sallusti, Il Vivaio, p.49, da Il sistema

[5] Consiglio Superiore della Magistratura, https://www.csm.it/

[6] Associaizone Nazionale Magistrati, https://www.associazionemagistrati.it/


Letture Consigliate:

1) Il Sistema. Potere, politica e affari: storia segreta della magistratura italiana, Alessandro Sallusti e Luca Palamara, ed. Bur Rizzoli

2) Lobby e logge. Le cupole occulte che controllano “il sistema” e divorano l’Italia, Alessandro Sallusti e Luca Palamara, ed. Rizzoli

3) Il Mostro. Inchieste, scandali e dossier, Matteo Renzi, ed. Piemme.




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