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  • Davide Casula

La Corsica insorge


In queste ultime settimane la Corsica è tornata prepotentemente ad occupare le agende politiche delle istituzioni francesi a causa delle vigorose proteste iniziate lo scorso 2 marzo, in seguito alla notizia dell’aggressione dello storico leader indipendentista corso Yvan Colonna e continuate dopo la sua morte del 21 marzo.


I fatti

Detenuto nel carcere di Arles (in Provenza), Colonna stava scontando l’ergastolo a causa dell’omicidio avvenuto ad Ajaccio, il 6 febbraio 1998, del prefetto francese Claude Erignac. Resosi latitante è stato poi arrestato il 4 luglio 2003 a Olmeto (piccolo paese nel Sud della Corsica). Nel 2007 è stato dichiarato colpevole, giudizio però successivamente annullato a causa del mancato rispetto di alcune procedure durante l’audizione di un perito balistico. [1] Nel 2011 la sentenza è stata confermata e a nulla è valso il ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani respinto cinque anni più tardi.


Colonna, durante la mattina del 2 marzo, si trovava nei pressi della palestra del penitenziario ed è qui che, stando alle immagini della videosorveglianza, pare che abbia avuto un forte diverbio con un altro detenuto, Franck Along Abè. Un litigio degenerato in una violenta aggressione ai danni del corso con calci e pugni fino al tentativo di strangolamento. La colluttazione è durata per circa 8 minuti, il tutto sotto gli occhi delle telecamere e soprattutto senza che nessun sorvegliante intervenisse a separarli. In seguito, Colonna è stato trasportato in un ospedale nei pressi di Marsiglia in condizioni critiche.


La notizia, una volta resa pubblica, ha scatenato l’ira di un’intera isola. Le maggiori città corse come Bastia e Ajaccio - dove è stato preso di mira soprattutto il Palazzo di Giustizia - sono state teatro di grandi proteste nei confronti delle autorità. Una mobilitazione generale che ha radunato migliaia di persone e in alcuni casi ha preso una piega violenta. Come a Bastia, dove il 13 marzo si è svolta una manifestazione durante la quale 102 persone sono rimaste ferite, di cui 77 tra le forze dell'ordine. [2]


Il quadro

Le contestazioni hanno scosso fortemente le alte cariche francesi ed in particolare il Presidente Emanuel Macron, impegnato da una parte dalla delicata questione ucraina, dall’altra dalla corsa alle prossime elezioni presidenziali di aprile. In più occasioni, il Capo di Stato ha predicato calma aprendo alla possibilità di un dialogo tra le parti. E proprio in tale direzione va visto l’arrivo, lo scorso 16 marzo ad Ajaccio, del ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin che ha incontrato il Presidente del Consiglio esecutivo della Corsica Gilles Simeoni.


I colloqui iniziali sono stati positivi, viste le aperture da parte dello stesso ministro alla possibilità del raggiungimento dell’autonomia per la Corsica. Il presidente Simeoni ha poi dichiarato: “Darmanin ha promesso una serie di negoziati senza precedenti. Non è ancora una vittoria, né per me né per il popolo corso. E’ poi importante - ha proseguito il leader autonomista corso - che il ministro dell'Interno, a nome del primo ministro, e probabilmente del presidente della Repubblica, dica oggi pubblicamente che il governo e lo stato sono pronti a entrare in una discussione storica". [3]


Simeoni ha un importante passato alle spalle. Figlio dello storico leader nazionalista Edmond Simeoni, è fondatore del movimento Azione Regionale della Corsica - CRA - e presidente dell’Organizzazione a sostegno di Colonna occupatasi di difendere il nazionalista nel processo per il caso Erignac. Lo stesso attuale presidente è stato uno degli avvocati facenti parte del team di difesa dell’indipendentista. Nel 2014 Simeoni è stato eletto sindaco di Bastia con il partito autonomista “Femu a Corsica” (Facciamo la Corica) mentre dal 2015 ricopre la carica di Presidente del Consiglio Esecutivo, governando di fatto l’isola.


A prendere però posizione è stato anche il Fronte di Liberazione Nazionale della Corsica (FLNC), storico gruppo indipendentista resosi nel corso degli anni protagonista di numerosi episodi di violenza. Nel 2014 il FLNC, attraverso un comunicato, dichiarò la cessazione di ogni attività e la deposizione delle armi ma in seguito all’arrivo del Ministro dell’Interno nell’isola il gruppo ha minacciato di riprendere la lotta armata, parlando di "Disprezzo di uno Stato che rifiuta di vedere la realtà nella rivolta delle ultime settimane" e chiudendo il proprio messaggio con una frase poco equivocabile: "Da noi, la rivolta provoca l'insurrezione. [4]


Nelle ultime settimane la popolazione corsa ha dimostrato tutto il suo dissenso, richiedendo oltre ad una maggiore autonomia un miglior trattamento nei confronti dei detenuti corsi presenti nelle carceri francesi. Lo stesso Colonna, così come molti altri, erano sottoposti alla misura del DPS (Detenuto Particolarmente Segnalato) che impedisce il trasferimento dei condannati presso i penitenziari dell’isola e di ricevere visite in maniera continua da parte dei familiari. Inoltre, ciò che ha indignato molti corsi, è stata la totale indifferenza da parte della polizia penitenziaria dinanzi al pestaggio subito da Colonna.


Riguardo all’applicazione del DPS, il Primo Ministro francese Jean Castex, nel tentativo di placare i disordini, ha annunciato lo scorso 11 marzo il termine della condizione speciale nei confronti dei detenuti corsi Pierre Alessandri e Alain Ferrandi, ritenuti complici di Colonna nell’omicidio del 1998. Una decisione che ha portato, il 22 marzo, al ritorno nell’isola dei due presso il carcere di Borgo. Inoltre, il 17 marzo, la Francia ha deciso per la sospensione della pena di Colonna. Una scelta in linea con le precedenti concessioni però arrivata fuori tempo massimo, perché appena quattro giorni dopo Yvan Colonna è deceduto dopo diversi giorni di coma.

Una manifestazione a Cargése | Foto Manuela D'Alessandro, Agi

Le manifestazioni di solidarietà e protesta per la sua perdita sono così riprese. Le strade hanno visto un gran numero di persone gridare il nome dell'indipendentista e lanciare gravi accuse nei confronti dello Stato centrale, rei di aver permesso l’uccisione di uno dei simboli dell’indipendentismo corso. Numerosi i cartelloni che recitavano “Statu Francese Assassinu” , le bandiere e gli striscioni raffiguranti il volto di Colonna. Segno di una distanza sempre più accentuata da Parigi.


Elezioni, concessioni e conseguenze

Macron si trova in una situazione complicata. A poche settimane dal voto deve affrontare gravi problemi interni, ultimo in ordine proprio la Corsica, con i sondaggi che lo vedono in calo: il presidente in carica ha perso 3,5 punti in soli sette giorni, scendendo fino al 27,5% delle intenzioni di voto. [5] Agli occhi di molti, l’apertura nei confronti di Simeoni, il quale ha chiesto a gran voce uno status speciale autonomo per l’isola, è una pura mossa politica in vista delle presidenziali. Una scelta che ha attirato numerose critiche da parte dei suoi rivali, rendendo il clima del dibattito sempre più teso.


L’aggressione e la morte di Yvan Colonna hanno riportato alla luce un tema importante come l’autonomia della Corsica. Siamo davanti ad una possibile svolta storica, perché mai nella storia dello Stato francese c’era stata un’apertura di tale portata. Aprile sarà uno snodo cruciale in quanto prenderanno il via le trattative annunciate di cui è difficile pronosticare il risultato. Non ci resta che attendere gli sviluppi dei prossimi giorni.


Fonti:

[1] Redazione, Yvan Colonna, l’indipendentista corso, il Post, 23 Marzo 2022, https://www.ilpost.it/2022/03/23/yvan-colonna-indipendentista-corso/

[2] Redazione, Corsica: Macron invita alla calma dopo morte Colonna, ANSAmed, 22 Marzo 2022,

[3] Redazione, Corsica, grande attesa per aperture Parigi su autonomia, ANSA, 16 Marzo 2022, https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/

[4] Redazione, Francia, morto l'indipendentista corso Yvan Colonna: era stato aggredito in carcere, Skytg24, 21 Marzo 2022,

[5] Redazione, Presidenziali in Francia, netto calo di Macron nei sondaggi, ANSA, 22 Marzo 2022, https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/


Fonte foto di copertina: Corriere della Sera










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