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  • Flavia Russo

La digitalizzazione dei movimenti sociali durante la pandemia

Come la pandemia ha cambiato il modo in cui facciamo attivismo

La pandemia ha colpito un mondo ricco, sebbene caratterizzato da profonde disuguaglianze e divisioni dello sviluppo umano che sono state fortemente evidenziate e amplificate dal virus. [1]


Le restrizioni e il distanziamento causati dalla malattia Covid-19 ci hanno reso ancora più dipendenti dal digitale per la connessione, la comunicazione e persino per l'attivismo. Anche se il virus ha impedito alle persone di scendere in piazza per esprimere preoccupazione per le ingiustizie, lo “stare a casa” non si è tradotto nel rimanere in silenzio.

Nell'ultimo decennio, un'ondata di movimenti di massa che richiedevano cambiamenti radicali ha mobilitato più che mai attivisti a livello globale. Ma la pandemia ha costretto manifestazioni, proteste e raduni a fermarsi improvvisamente. I movimenti sociali hanno sempre affrontato numerose sfide e la Covid-19 ha esacerbato questi ostacoli, aggiungendone nuovi e sconosciuti. L'attivismo ha rischiato seriamente di essere ammutolito dalla pandemia. [2]


Tuttavia, forse perché abituati ad affrontare costanti ostacoli, gli attivisti si sono adattati strategicamente ad un nuovo ambiente operativo ampliando il loro repertorio tattico e trovando modi innovativi di agire. La pandemia ha generato nuovi strumenti, motivazioni e strategie volti al cambiamento. L’attivismo e i movimenti sociali si sono spostati su uno spazio di lavoro virtuale, lanciando campagne online e impegnandosi nell'organizzazione digitale. Nonostante ci si sia ritrovati a dover rimanere dentro casa, il livello di partecipazione civica è salito continuamente. [3]


Al centro di questo attivismo digitalizzato ci sono i giovani, che hanno ridefinito l'impegno civico, diventando attivi partecipanti nella guida di dialoghi per il cambiamento “from the bottom up” (letteralmente tradotto, “dal basso verso l'alto”) attraverso l’uso e lo sviluppo continuo dei social media e altre piattaforme digitali. Anche se non è la prima volta che i movimenti sociali fanno uso dei social per protestare (vedi le rivolte del 2011 in Egitto e Tunisia), la pandemia ha sicuramente reso la digitalizzazione dell'attivismo più globale.

A tale fenomeno abbiamo assistito già dai primi mesi del lockdown con l'ascesa del movimento per la giustizia razziale Black Lives Matter (BLM). Non solo negli Stati Uniti, ma anche a livello mondiale, abbiamo visto proteste e manifestazioni spingersi oltre le piazze, attraverso i social media. I giovani attivisti richiedevano un cambiamento reale, usando il digitale per condividere risorse e informazioni, educando gli altri sull'importanza di esprimersi contro la discriminazione, sul white privilege, il razzismo sistematico e su concetti e realtà per molti di noi sconosciuti. In questo modo, BLM è stato in grado di mobilitare il sostegno per informare, educare e definire l’azione dei cittadini, creando luoghi sicuri online per confrontarsi sulle realtà del razzismo, anche se molti di noi non potevano fisicamente partecipare alle manifestazioni. Nell’attuale contesto globale, i social media sono diventati ancora più centrali per sostenere le varie esigenze del movimento e la sua retorica nonostante le restrizioni. [4]


Allo stesso modo, anche la lotta per proteggere la nostra terra dal cambiamento climatico si è trasferita online. I giovani hanno continuato a guidare il #ClimateStrike nello spazio digitale per garantire che la lotta per la protezione ambientale non venisse oscurata dalla pandemia. Il movimento ha creato modi concreti per il coinvolgimento online. Un primo esempio è stata la commemorazione del Earth Day 2020 per il quale è stata organizzata una marcia digitale di 72 ore in diretta, completa di proteste e discorsi a cui hanno partecipato oltre 200.000 spettatori. Così, l’attivismo si è ulteriormente rivoluzionato in modo tale da coinvolgere milioni di persone da tutto il modo attraverso strategie innovative applicate allo spazio digitale. [4]


Anche i movimenti femministi hanno dovuto organizzarsi digitalmente, ottenendo grande successo. Il caso argentino della Campaña Nacional por el Derecho al Aborto Legal Seguro y Gratuito (Campagna nazionale per il diritto all'aborto legale libero e sicuro) rappresenta un esempio eccezionale di mobilitazione dell'attivismo femminista digitale avvenuto durante la pandemia. Dopo una lunga lotta, all'inizio del 2020 la riforma della legge sull’aborto sembrava imminente, poiché l'opinione pubblica era favorevole e la Campaña aveva trovato importanti alleati politici, tra cui una coalizione al Congresso, i presidenti del Senato e persino il presidente Alberto Fernández, tutti a favore della riforma del Codice penale del 1921. [5] Tuttavia, all'inizio di marzo la crescente minaccia del coronavirus e l'imposizione di blocchi a livello nazionale hanno fermato tutto, comprese le prospettive di riforma sull'aborto. Nonostante ciò, la Campaña si è rifiutata di rallentare, aumentando invece le sue azioni online. L’uso di meme virali e di immagini provocatorie pro-aborto si sono rivelate abbastanza dirompenti ed efficaci da riunire un numero significativo di sostenitori e membri mobilitati virtualmente per mantenere la riforma sull'aborto nella lista di priorità del governo. Una forma di attivismo che sì è rivelata estremamente proficua e, infatti, il 30 dicembre l'Argentina ha finalmente legalizzato l'aborto. [6]

Ciò dimostra l'efficacia delle strategie tecnopolitiche femministe nel collegare il mondo online e offline, spingendo il rilancio del dibattito che, infine, ha portato all'approvazione del disegno di legge, nonostante la pandemia con le sue restrizioni e blocchi. [7]


Ad Hong Kong, gli attivisti sono stati estremamente creativi e hanno utilizzato il popolare gioco online Animal Crossing per diffondere messaggi pro-democratici, mettendo in scena proteste virtuali. Decorando il loro ambiente di gioco con uno strumento di pattern design, i giocatori hanno creato immagini politicamente sensibili e le hanno condivise sui social, con banner che divulgavano messaggi come"Free Hong Kong - Revolution Now..Josha Wong, leader del gruppo di attivisti giovanili di Hong Kong, ha spiegato che il virus ha reso difficile l’organizzazione di proteste nelle piazze, quindi il gioco ha fornito una nuova piattaforma su cui svolgere l'attivismo: "abbiamo dovuto solo usare la nostra creatività per realizzare un nuovo tipo di strumento di protesta" afferma Wong. Tuttavia, poco dopo, il gioco è stato rimosso dai negozi online cinesi e, sebbene non sia chiaro se le vendite siano state rimosse sotto direzione specifica del governo, Wong racconta di essere stato colpevolizzato da altri utenti per questa rimozione. [8]


Ciò evidenzia che il passaggio all'attivismo online non è facile o senza problematiche. La protesta digitalizzata consente nuove forme di cooperazione e comunicazione tra i cittadini e i loro governi, anche mentre siamo confinati nelle nostre case; ma si stanno aprendo nuove strade al populismo, forme di manipolazione, un aumentato rischio di controllo severo e di amministrazione diretta da parte di regimi repressivi. Inoltre, nonostante l'interazione online consenta una maggiore trasparenza e responsabilità, aumenta il pericolo di attacchi mirati ad attivisti e movimenti. [9]


Tuttavia, è evidente che, malgrado la devastante pandemia, la partecipazione civica sta fiorendo mentre la tecnologia ci riunisce per sostenere il cambiamento radicale. Il potere del popolo non è stato del tutto ridotto dalla crisi Covid e l'attivismo digitalizzato ha allargato lo spazio per la creazione, la strategia e l'innovazione. La necessità di adattarsi alla pandemia ha scatenato un nuovo potenziale per i movimenti sociali e l’attivismo.


Fonti e note:

[1] UNDP, Covid-19 and Human Development: Assessing the Crisis, Envisioning the Recovery, 2020 Human Perspectives, p. 6,

[2] Erica Chenoweth, Austin Choi-Fitzpatrick, Jeremy Pressman, Felipe G Santos and Jay Ulfelder, The global pandemic has spawned new forms of activism – and they’re flourishing, The Guardian, 20 aprile 2020,

[3] Jonathan Pinckney and Miranda Rivers, Sickness or Silence: Social Movement Adaption to Covid-19, Columbia Journal Of International Affairs, 29 ottobre 2020,

[4] Priyanka Jaisinghani, 3 ways COVID-19 has changed youth activism, The World Economic Forum, 12 ottobre 2020, https://www.weforum.org/agenda/2020/10/3-ways-covid-19-has-changed-youth-activism/

[5] Il Codice del 1921consente l’aborto legale solo in circostanze di stupro o se la gravidanza minaccia la vita o la salute della donna.

[6] L’Argentina è il più grande paese nel Sud America ad aver completamente legalizzato l’aborto, insieme all’Uruguay che ha decriminalizzato la pratica nel 2012 e la Guyana dove l’aborto è legale in qualsiasi circostanza dal 1995.

[7] Florenica Goldsman and Jamila Venturini, Building a Feminist Internet, CIGI, 10 febbraio 2021, https://www.cigionline.org/articles/building-feminist-internet

[8] Helen Davidson, Animal Crossing game removed from sale in China over Hong Kong democracy messages, The Guardian, 14 aprile 2020,

[9] Jonathan Pinckeny, Amid Coronavirus, Online Activism Confronts Digital Authoritarianism, USIP, 28 aprile 2020,

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