- Giampaolo Livoni
Scoutismo: tra un marshmallow sul fuoco e una candidatura al Nobel per la pace

Ci piace immaginarli sperduti nei boschi, ad arrostire marshmallow e a cantare qualche canzone intorno al falò. Aiutare le vecchiette ad attraversare la strada e a portare la spesa a casa.
Tutti almeno una volta, vedendoli passeggiare nelle fredde giornate invernali con i pantaloncini corti, i calzettoni abbassati e le “gambe al vento”, abbiamo avuto un’incertezza sul definirli coraggiosi o incoscienti.
Ma lo scoutismo è anche tanto altro e così Solveig Schytz, parlamentare norvegese e capo scout, ha fatto avanti la proposta di candidare il WOSM (World Organization of the Scout Movement, in italiano Organizzazione Mondiale del Movimento Scout) al Nobel per la pace 2021.
Il WOSM è l'organizzazione mondiale degli scout, che raggruppa circa 40 milioni di ragazze e ragazzi in 161 paesi, attraverso le associazioni scout presenti nelle diverse nazioni. [1]
Se si esce dal classico stereotipo americano del “boy scout” e si intraprende un percorso di conoscenza verso questo mondo, se ne rimarrà piacevolmente colpiti.
Lo scoutismo nasce nel 1907 da un generale inglese reduce dalle campagne dell’India, Sir. Robert Baden Powell, e ha come scopo l’educazione del ragazzo, attraverso la vita all’aria aperta, il saper vivere in comunità, il mettersi al servizio del prossimo e il principio dell’imparare facendo.
Lo scoutismo è sempre stato un protagonista silenzioso del corso della storia; ad esempio “Le Aquile Randagie” in Italia durante il periodo fascista, nonostante tutte le attività educative fossero state soppresse, riuscirono a continuare le attività illegalmente e ad aiutare alcuni rifugiati ebrei e ricercati politici a passare il confine con la Svizzera.
Oltre ai gesti eclatanti, lo scoutismo è un metodo educativo valido perché aiuta a plasmare la forma mentis dell’individuo. Molti personaggi famosi, ad esempio, hanno un passato tra le fila del movimento scout, da David Bowie a Paul McCartney passando per Matteo Renzi e arrivando a Neil Amstrong, primo uomo sulla luna, che nel suo viaggio ha portato il distintivo del WOSM, cucito sulle camicie di tutti gli scout.
La lista dei nomi dei candidati non viene resa nota prima di 50 anni dall’assegnazione del premio, ma stando a quanto dicono delle voci autorevoli, Il WOSM dovrà gareggiare con personaggi del calibro di Greta Thunberg, il presidente americano uscente Donald Trump e all’attivista e politico russo Alexei Navalny.
Il premio Nobel per la pace viene assegnato con una procedura diversa rispetto agli altri premi Nobel: il premio viene deciso da un comitato di cinque persone nominate dal Parlamento norvegese. I membri del comitato di solito chiedono consiglio per le candidature a componenti passati e presenti, membri delle assemblee nazionali, personaggi insigniti del Nobel per la pace e persone e istituzioni che operano per la pace.
Entro il 31 gennaio si ha tempo per ricevere le candidature; dopodichè il comitato dovrà stilare un elenco esaminando i candidati. Ad ottobre si avrà un elenco ridotto e si procederà con il voto e chi prenderà la maggioranza delle preferenze vincerà, a dicembre, il Premio.
Noi non sappiamo se il WOSM riuscirà nell’impresa di vincere il Nobel ma speriamo che comunque continui la sua preziosa missione di educazione nel mondo. Come diceva Gino Bartali, un famoso ciclista italiano che durante la guerra, in silenzio, aiutò delle organizzazioni clandestine a trasportare documenti falsi per salvare gli ebrei:
"Il bene si fa ma non si dice. E certe medaglie si appendono all'anima, non alla giacca".
A tutti gli scout del mondo, un augurio di appendere quante più possibili “medaglie che non si appendono alla giacca”.
Fonti:
[1] WOSM, FIS - Federazione Italiana dello Scoutismo