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  • Davide Casula

Si scrive Ayrton Senna si legge leggenda


Quando si parla di Ayrton Senna vengono in mente alcuni flashback che racchiudono la sua carriera: dalla grande impresa di Montecarlo nel 1984, alla vittoria dei tre titoli mondiali, alla rivalità con Alain Prost in uno dei duelli più belli della storia della Formula 1, fino al tragico incidente in cui perse la vita il 1 maggio 1994 durante il Gran Premio di San Marino, momento in cui il Dio dei motori ha deciso di portarsi via la leggenda brasiliana.


Discutendo con coloro che Senna lo hanno vissuto ti diranno tutti la medesima frase “è stato il più forte”. Solitamente in tale sport, come del resto anche nelle altre discipline, è quasi impossibile effettuare paragoni tra epoche diverse, ma il suo stile di guida, soprattutto sotto la pioggia, l’aggressività, la sua astuzia si è rivista in pochissimi piloti.


Ayrton, nato a San Paolo il 21 marzo 1960, fin da piccolo coltiva la passione per le quattro ruote e come tutti i giovani che ambiscono a diventare un pilota di F1 entrò nel mondo dei Kart. A partire dal 1973 iniziò a gareggiare con i suoi coetanei vincendo i campionati di categoria. La svolta arrivò nel 1980 con il suo trasferimento nella terra dei motori: l’Inghilterra. Senna partecipò al campionato Formula Ford 1600 e successivamente al campionato Formula Ford 2000; vinse entrambe le competizioni dimostrando sprazzi del suo infinito talento.

Nel 1983 il brasiliano partecipò al campionato inglese di Formula 3 che manco a dirlo vinse stracciando i suoi avversari.

Oramai pronto al grande salto in Formula 1 nel 1984 passò alla scuderia Toleman e, nonostante la macchina non fosse all’altezza, durante la stagione fu artefice di uno dei primi capolavori. Il GP di Monaco vide Ayrton protagonista di una gara strepitosa. Sotto il diluvio, come se nulla fosse iniziò una serie di sorpassi, mentre gli avversari faticavano, Senna sfrecciava, correre sul bagnato per lui era una passeggiata, pura magia. Raggiunse il secondo posto con il mirino puntato verso il leader della gara Alain Prost ma viste le pessime condizioni del meteo la gara fu interrotta. Ma è proprio in questo momento che prese vita il mito di Ayrton Senna.

Conclusa la stagione 1984 si aprirono le porte della Lotus dove in tre stagioni riuscì ancora una volta, pur non avendo una delle macchine migliori del Circus, a dare spettacolo, tenendo incollati allo schermo tutti gli appassionati di Formula 1, come per esempio nel GP di Estoril del 1985 che ancora una volta sotto la pioggia consegnò la prima vittoria in carriera al brasiliano. Oppure la prima delle sei vittorie nel GP di Monaco che in pratica divenne casa sua.

Nel 1988 fu annunciato il suo passaggio alla McLaren, finalmente una monoposto di alto livello in grado di competere per la vittoria del Mondiale. Ebbe come compagno di squadra Alain Prost con il quale il rapporto non sarà dei migliori. I sei anni nella scuderia inglese saranno scanditi dalla gioia e dalla sofferenza, dalla fame di conquista alle delusioni per le sconfitte. Il primo anno vide i due piloti giocarsi fino all’ultimo il titolo iridato, che si decise con la gara di Suzuka e dopo una brutta partenza il brasiliano riuscì a rimontare fino a sorpassare il francese conquistando così il primo campionato del mondo.


Proprio Suzuka negli anni a seguire diventò la rappresentazione massima dell’epicità del duello tra Senna e Prost.

La stagione 1989 fu un testa a testa fra i due che si risolse in Giappone. Dopo una buona partenza Prost conquistò la leadership della gara, in seguito raggiunto dal brasiliano i due entrarono in contatto finendo entrambi fuori pista. Alain abbandonò la macchina in quanto con tale episodio, vista la situazione in classifica che vedeva quest’ultimo in testa, sarebbe diventato il vincitore del campionato. Ayrton non si arrese e con l’aiuto degli steward riuscì a tornare in pista. Dopo essersi fermato ai box fu autore di una incredibile rimonta che lo portò a vincere la gara e ad essere virtualmente campione del mondo ma la manovra per rientrare in pista fu considerata scorretta. Di conseguenza fu squalificato e Prost fu nuovamente campione del mondo.

L’anno successivo con Prost alla Ferrari, ancora una volta si giocarono il titolo a Suzuka, e la ferita della passata stagione era ancora aperta per il brasiliano. Alla partenza prima di sopraggiungere alla prima curva si verificò un contatto tra i due che finirono sulla ghiaia. Questo decretò Senna vincitore per la seconda volta.


Il 1991 fu l’anno della consacrazione del mito brasiliano, vinse il titolo per la terza volta, ma ciò che mancava di più ad Ayrton era la vittoria nel GP di casa, in Brasile. Finalmente riuscì a conquistare quest'ultima dopo che si rese protagonista di una gara eroica, visti i problemi al cambio che lo costrinsero ad un’impresa titanica, mettendo a dura prova la resistenza del pilota. Lottò con tutte le sue forze, uscì stremato dall’abitacolo quasi non si reggeva in piedi.

Gli ultimi due anni in McLaren furono scanditi da discreti risultati ma non poté nulla dinanzi alla forza della Williams che vide trionfare nel 1992 Mansell e l’anno seguente Alain Prost.


Nel 1994 dopo che Prost lasciò la scuderia si concretizzò il passaggio alla Williams, la macchina tanto inseguita che alla fine si rivelò una trappola mortale. Già dai test si evidenziarono alcuni problemi alla monoposto e le prime gare del mondiale furono pura delusione fino a giungere quel maledetto 1° maggio 1994 al GP di San Marino. Alcune persone vicino a Senna successivamente affermarono che il pilota non era per niente tranquillo visto che nel weekend durante le prove libere il connazionale Rubens Barrichello fu protagonista di un gravissimo incedente, ma per sua fortuna riuscì ad uscirne vivo. Il destino non volle lo stesso per al pilota austriaco Roland Ratzenberger che il sabato perse la vita.

La domenica iniziò la gara e Senna durante il settimo giro si schiantò alla curva del Tamburello a causa di problemi rinvenuti nella macchina. Trasportato all’ospedale di Bologna lottò tra la vita e la morte, la speranza dei tifosi rimase accesa fino all’ultimo, quando i telegiornali annunciarono la morte del pilota. Consegnando Ayrton agli dei della Formula 1.


Oggi sarebbe stato il 61esimo compleanno del mito brasiliano.

Nessuno come lui, il suo stile di guida estremo, inconfondibile, il suo rapporto speciale con Dio, la capacità di concentrazione in gara, la sua umiltà. Tutte caratteristiche di una persona, prima che di un pilota, speciale capace di far letteralmente godere i tifosi con le sue gesta in pista.

Vorrei concludere con una frase detta da Senna da cui possiamo e dobbiamo trarre insegnamento:


Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere. Sognare è necessario, anche se nel sogno va intravista la realtà.

Per me è uno dei principi della vita” [1]


Buon compleanno Ayrton, le leggende non muoiono mai.

Fonte: [1] Ayrton Senna, http://www.ayrtonthemagic.com


Foto copertina: Ayrton Senna (Fonte: Wikipedia)

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