top of page
  • Emanuele Orrù e Giulia Marini

Strappare lungo i bordi


Chi è Zerocalacare?

Michele Rech conosciuto al pubblico come Zerocalcare, è uno dei più acclamati fumettisti e illustratori del panorama italiano.

Esordisce con i primi fumetti alla fine del suo percorso scolastico. Tra questi ce n’è uno sulle tragiche giornate del G8 a Genova (GevsG8), che cita all’inizio della serie.

Definito dal suo stile peculiare e inconfondibile, Zerocalcare conosce un'ascesa stabile fino al successo raggiunto nel 2020, con i fumetti animati Rebibbia Quarantine, che raccontano lo stato d'animo della popolazione italiana alle prese con gli effetti del Covid-19.


Un personaggio che spesso ricorre nei fumetti di Zerocalcare è l’Armadillo che ne rappresenta la coscienza. Inizialmente predisposto a consigliare e guidare il protagonista lungo la sua crescita, attraverso battute pragmatiche e pratiche, personifica il carattere pigro o sbrigativo del fumettista. Questo personaggio ricorda molto il Grillo Parlante di Pinocchio.


I primi quattro episodi

Strappare lungo i bordi è la prima serie animata realizzata da Zerocalcare che riesce a raccontarci ciò che le persone vivono e hanno vissuto nel presente e nel passato.

Il fumettista riesce a raccontare pregi e difetti suoi e dei suoi amici con una leggerezza e realtà unica. La serie si traveste da favola reale, costellata da convenzioni sociali come l’invio compulsivo di curricula alla ricerca di un lavoro; racconta l’adattamento dei personaggi a condurre una vita che non sentono fatta per loro che si traduce in un vero e proprio disagio esistenziale dettato dal fatto che non sempre possiamo seguire la linea tratteggiata che ci siamo creati, ma che anzi spesso si debba scendere a compromessi con altri tratti non disegnati da noi stessi.


Nei primi episodi, le piccole problematiche quotidiane, come ad esempio quella di scegliere una serie prima di andare a dormire oppure cercare di non deludere un insegnante, si traducono in vere e proprie riflessioni sulla vita, smorzate dagli interventi dell’Armadillo che, grazie al suo accento romano e ai suoi consigli pungenti, rende più leggeri i drammi del personaggio.


In questi fotogrammi traspare la maestria di Zerocalcare nello scavare tra i macigni della malinconia e della delusione imposti a questa generazione e rimodellarli in chiave ironica.

I percorsi seguiti dal personaggio principale e dai suoi amici Sarah, Secco e Alice, ci fanno notare come spesso non si possa seguire la strada che ci siamo creati e prefissati, seppur si vada piano. Questa strada spesso cambia direzione, il foglio si rovina, si strappa e si modifica come noi non ci saremmo mai aspettati.


Nelle prime puntate vediamo come il protagonista si prepara ad affrontare un viaggio pieno di complicazioni e con l'assillante Armadillo che gli ricorda che sta per compiere un viaggio che sa di non voler fare. Vediamo che il protagonista è accompagnato da due amici che son presenti nella sua vita sin dall’infanzia: Sarah e Secco.

La prima, ragazza piena di ambizione seppur abbia dovuto ben presto abbandonare i suoi sogni, impartisce lezioni di vita a Zero sin dai tempi della scuola primaria. Il suo insegnamento del sentirsi “fili d’erba” è un topic importante che accompagnerà tutta la serie.

Zero è convinto che qualsiasi sua azione possa condizionare il mondo intero segnando l’esistenza di coloro le cui aspettative vengono deluse dai suoi sbagli e dall'incapacità di fare la scelta giusta. Vi è quindi lo scontro tra due lati del carattere del protagonista: da una parte non riesce ad assumersi una sana responsabilità e dall’altra sente di avere sulle spalle tutte le colpe dell’universo. La paura di sbagliare lo porta a rimanere spesso immobile davanti alla vita per timore di arrecare potenziali danni a chi gli sta vicino ma soprattutto a se stesso.

Il personaggio di Secco è notevolmente diverso, più leggero e meno riflessivo. Vediamo la contrapposizione tra un personaggio che vive una vita più sregolata e uno che ha una spada di Damocle sulla testa che andrà a dettare la sua esistenza.

Secco chiede spesso durante tutte le puntate di andare a prendere il gelato. Questo evidenzia appunto una leggerezza, per cui anche se le cose stanno andando male o hanno preso una piega diversa da quella attesa, si può sempre prendere una pausa e lasciare andare le nostre preoccupazioni.


Infine, vi è il personaggio di Alice che ha una voce monocorde e metallica, priva di qualunque inflessione espressiva. Una scelta fatta per riuscire ad esprimere il distacco che Zerocalcare vuole prendere dalla ragazza, poiché non vorrebbe cedere all'amore.


Le ultime due puntate

Il viaggio partito dal quartiere di Rebibbia volge a termine a Biella, nella casa dei genitori di Alice. Quando suona la sveglia sono le sette del mattino. Secco e Zero hanno dormito nella stanza degli ospiti, mentre Sarah ha trascorso la notte nella camera di Alice, che adesso non c’è più. Si apprende la terribile notizia quasi in modo casuale, come a voler sottolineare che non esiste mai un bel modo per venire a conoscenza che qualcuno non fa più parte della nostra vita. I personaggi vanno al funerale di Alice, dove tutto il distacco emotivo che Zero aveva profondamente coltivato, si prepara a sgretolarsi. Lo stato di dissociazione di Zero finisce quando l'Armadillo, l’unico personaggio autonomo e incontrollabile, pone Zero di fronte a ciò che più temeva: l’accettazione del dolore della perdita di una persona che aveva determinato in qualche modo la sua esitenza.


Zero che fino alla fine della serie aveva dato voce a tutti i personaggi, escluso l’Armadillo, interpretando i loro sentimenti, emozioni e stati d’animo, finalmente lascia loro la parola. Affronta un viaggio introspettivo alla ricerca di risposte, guidato da chi lo conosce e sa come funziona.

Il finale di Strappare lungo i bordi rappresenta così la presa di coscienza del proprio dolore, di cui tutti noi portiamo una cicatrice che non andrà mai via, ma resterà lì, come un simbolo, un mònito della memoria.

La scomparsa di Alice obbliga il protagonista ad accettare l’imprevedibilità della vita, caratterizzata da tutte le imperfezioni del caso e ci fa anche capire come le vite degli altri ai nostri occhi sembrino sempre perfette solo perché non le guardiamo da vicino. La perdita di quest’amica a lui così cara è anche un’esortazione ad accettare e vincere le proprie paure per aprirsi al mondo e sperare in un futuro migliore.


In questa serie di 6 puntate, possiamo vedere, come il tema del suicidio sia affrontato secondo una chiave notevolmente diversa. Per esempio, in 13 Reasons Why, la protagonista Hannah Baker crea 13 cassette diverse in cui racconta perché ogni persona ha una colpa del suo suicidio, facendo sentire tutti un po’ più responsabili delle nostre parole e dei nostri modi di agire.

In questa serie si va oltre questa colpa causata dagli altri. Zero si fa subito peso di ciò che non aveva fatto per evitare il suicidio della sua amica. Non aveva mai osato, neanche quando il traguardo sembrava vicino per paura dell’ignoto. Inizia a porsi domande e dubbi che lo divorano pensando che avrebbe potuto evitare la morte di Alice. Eppure Sarah gli propone un'altra chiave di lettura: il caso dei fili d’erba, di fatto chiudendo un ciclo narrativo aperto nella prima puntata.


Non possiamo farci carico di tutto ciò che di brutto che succede nel mondo sentendoci in qualche modo una sorta di forza motrice. Il suicidio di Alice non è legato a una mancanza da parte del protagonista, come in 13 Reasons Why. Il messaggio che vuole trapelare è completamente diverso. Alice si è suicidata perché il suo disegno di vita non corrispondeva con quello che lei si era prefissata e con ciò che voleva e nessuno ne è responsabile, tantomeno il protagonista. C’è chi riesce a far fronte a questa condizione, come i personaggi, ricordandosi che la carta in cui abbiamo disegnato le nostre imperfette vite è sempre utile per accendere un fuoco con cui scaldarsi insieme a chi sta vivendo lo stesso. C’è a chi però il fuoco non basta, come Alice.


Foto di copertina: Sigla della serie Strappare lungo i bordi

(Fonte: Wikipedia/Luca Dell'Orto)

bottom of page