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  • Immagine del redattoreRedazione TTS

Una wild card per Tokyo


Riavvolgendo rapidamente il nastro, un flashback riporta la nostra memoria sportiva all’estate 2016.

Se il mese di giugno un intero paese affidava le proprie speranze alla nazionale di calcio impegnata per il campionato europeo in Francia, questo avrebbe in poco tempo lasciato il testimone alla manifestazione sportiva mondiale per eccellenza: le Olimpiadi a Rio de Janeiro.


Il Brasile si apprestava ad ospitare per la prima volta il grande evento. La nostra attenzione, però, ritorna al 21 giugno dello stesso anno e si focalizza sul volto di un uomo, il volto di Alex Schwazer, la medaglia d’oro italiana nella 50km di marcia a Pechino 2008. Un volto alquanto inquieto che le televisioni non vedono sorridere proprio da quegli istanti percorsi con gli occhiali da sole e le braccia al cielo, e che quattro anni dopo versava tristissime lacrime difronte alla divulgata notizia della positività all’EPO e la conseguente squalifica dai giochi di Londra.


Quel pomeriggio di giugno, in seguito all’annuncio della nuova positività a sostanze proibite, il volto di Alex esprimeva esemplarmente la rabbia e l’incredulità di un uomo violentemente sommerso dal destino: se da un lato si dichiarava innocente e confidava di appellarsi alla giustizia, dall’altro si disperava dentro, cosciente che non avrebbe messo piede in sud America.

Come quell’estate andò evolvendosi è cosa nota: se prima, l’8 luglio, la IAAF (l'International Association of Athletics Federations) sospese con effetto immediato il marciatore azzurro, il successivo verdetto emanato il 10 agosto dal Tribunale di Arbitrato Sportivo (TAS) di Losanna respinse il ricorso portato avanti dai legali dell’altoatesino, sostenitori di una manipolazione dei campioni di urina incriminati. Alex Schwazer è squalificato per otto anni e sono cancellati tutti i risultati da lui conseguiti nel 2016, vedi l’oro nella 50km di marcia a squadre nei campionati del mondo di Roma e il secondo posto nella 20km al meeting di La Coruna.


Dal quel momento la carriera del campione di Pechino appariva miseramente e definitivamente terminata, ma la battaglia per la verità era appena cominciata; se nel settembre 2019 i valori di DNA concentrati nelle urine dell’atleta risultavano inspiegabili secondo il RIS di Parma, e prova di manipolazione secondo la sua difesa, la WADA (l'Agenzia mondiale antidoping) non vi trovava alcuna stranezza, dal momento che Schwazer avrebbe sempre avuto altissimi tali valori.

La svolta definitiva giunge il 25 febbraio 2021, quando il Gip del Tribunale di Bolzano dispone l’archiviazione del procedimento penale per “non aver commesso il fatto”, ritenendo accertato che “con alto grado di credibilità razionale, i campioni di urina siano stati alterati allo scopo di risultare positivi e, dunque, di ottenere la squalifica e il discredito dell’atleta come pure del suo allenatore, Sandro Donati”.


L’azzurro ha senza dubbio accolto la deposizione del decreto, che sa propriamente di liberazione, con immensa gioia, definendola paragonabile alla nascita di un figlio e considerandosi felice al 90%. “Il ritorno all’attività agonistica sarebbe il restante 10%. (…) Io non mi sono fatto alcuna idea riguardo i passi da compiere sul fronte sportivo. Vediamo in seguito, accadrà quel che accadrà, il futuro sportivo non è nelle mie mani”, queste le sue parole al Corriere della Sera.

Com’è noto, in tali circostanze il futuro dell’atleta non dipende solo dalla sua condizione e dalla sua volontà. Ne sono dimostrazione le immediate dichiarazioni rilasciate dalla WADA, espressasi “inorridita per le molteplici accuse sconsiderate e infondate fatte dal giudice”, affermando di aver “fornito prove schiaccianti che sono state confermate da esperti indipendenti e che il giudice ha respinto”. Al contempo, mentre resta da decifrare la posizione del Comitato Olimpico, risulta significativa l’apparente chiusura trapelata da World Athletics (ex IAAF) che ribadisce come “Schwazer non possa partecipare a competizioni internazionali fino al 2024” definendo le supposizioni del Gip e dei legali dell’atleta “teorie di manipolazione inverosimili”.


Non sorprende come Schwazer riconosca, verrebbe da dire con diffidenza, che il proprio “futuro sportivo” non sia nelle sue mani. Si tratta di due parole che mascherano, omettono, nascondono il possibile epilogo più affascinante riguardo il capitolo SPORT della vita del nostro protagonista; epilogo che per la sua grandezza sarebbe da non credere, quasi impossibile e che per chi augura ad Alex di ritornare a marciare non deve essere innominabile, ma al contrario chiaro per chiunque: le Olimpiadi di Tokyo.

Essendo l’azzurro ancora ufficialmente squalificato fino al 2024, una prima istanza di ricorso verrà presentata dai suoi legali nuovamente al TAS di Losanna, il quale potrebbe essere seguito da un ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo: due occasioni fondamentali per chiarire il destino dell’altoatesino e che richiederanno verosimilmente tempi di certo non brevi. Il tutto finora al di sotto della più totale reticenza del CIO (Comitato Olimpico Internazionale), al quale comunque l’avvocato Gerhard Brandstaetter è intenzionato prontamente a rivolgersi.


Ospite al Festival di Sanremo la sera del 3 marzo, Schwazer ha affermato: “Ho vinto in tribunale, ma sono sportivo e voglio vincere anche in gara (…) Mia figlia mi vedrà alle Olimpiadi”. E’ certo che l’intero sport italiano faccia il tifo per il marciatore azzurro, e davvero la sua presenza a Tokyo sarebbe già di per sé una meritata redenzione. E se non riuscisse a qualificarsi a causa delle tempistiche, la concessione di una wild card da parte della FIDAL (Federazione Italiana Di Atletica Leggera) risulterebbe il provvedimento più consono in risposta al calvario che Alex ha vissuto gli ultimi quattro anni e mezzo.


Dopotutto, nelle storie più complicate e più travagliate, quale lieto fine sarebbe più appropriato e memorabile dello scenario sopra descritto? Perché non concludere il nostro racconto puntando l’obiettivo sul volto di un uomo, felice ed estasiato, che magari avrà appena posto la ciliegina sulla propria carriera sportiva?


Fonti:

[1] Doping: Alex Schwazer, ci risiamo. Trovato ancora positivo, La Gazzetta dello Sport, 22 giungo 2016,

[2] Doping, il Tas ha deciso: Schwazer condannato a 8 anni. "Sono distrutto", la Repubblica, 10 agosto 2016,

[3] Caso Schwazer, il giudice: non fu doping, è stato incastrato. E accusa Wada e Iaaf, La Gazzetta dello Sport, 18 febbraio 2021,

[4] Stefano Dolci, Atletica, Alex Schwazer al Corriere della Sera: "Assoluzione è stata come la nascita di un figlio", EUROSPORT, 19 febbraio 2021, https://www.eurosport.it/atletica/atletica-alex-schwazer-al-corriere-della-sera-assoluzione-e-stata-come-la-nascita-di-un-figlio_sto8136775/story.shtml

[5] Stefano Dolci, Doping, la WADA attacca Schwazer dopo l'assoluzione: "Accuse sconsiderate, prove sono schiaccianti", EUROSPORT, 19 febbraio 2021, https://www.eurosport.it/atletica/doping-la-wada-attacca-schwazer-dopo-l-assoluzione-accuse-sconsiderate-prove-sono-schiaccianti_sto8137261/story.shtml

[6] Luca Stamerra, Atletica - anche la World Athletics contro Schwazer: "Niente Olimpiadi, è squalificato fino al 2024", EUROSPORT, 19 febbraio 2021, https://www.eurosport.it/atletica/atletica-anche-la-world-athletics-contro-schwazer-niente-olimpiadi-e-squalificato-fino-al-2024_sto8139103/story.shtml

[7] Giandomenico Tiseo, Atletica, Alex Schwazer alle Olimpiadi di Tokyo 2021: i vari scenari, OA Sport, 27 Febbraio 2021,

[8] Lia Capizzi, Alex Schwazer: "Ho vinto in tribunale ma sono uno sportivo e voglio vincere in gara", Sky Sport, 4 marzo,

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