Alessandro Manno

12 ott 20213 min

Raccontare il mondo dietro casa

Ci sono molti modi per raccontare una storia: recuperare le informazioni attraverso internet o attraverso giornalisti stranieri, recarsi personalmente nei luoghi per comprendere cosa stia succedendo in prima persona oppure farsi raccontare quanto è accaduto da chi ha vissuto i fatti che si vogliono raccontare.

In questi mesi sull’Afghanistan si è scritto e detto tanto, mentre l’opinione pubblica italiana e internazionale rimaneva shoccata di fronte alle migliaia di persone assiepate di fronte ai cancelli dell’Aeroporto di Kabul per cercare di fuggire dal loro Paese dopo la presa di potere da parte dei Talebani.

(In copertina: Shukur, direttore distrettuale della National Security Defence.)

Salivano in massa sugli aerei messi a disposizioni dalle nazioni occidentali senza realmente sapere dove sarebbero finiti, senza sapere se un giorno sarebbero potuti tornare in Afghanistan. Un dramma che non si limitava al solo popolo afgano ma che vedeva coinvolte tutte le nazioni che in un modo o nell’altro avevano avuto un ruolo negli ultimi anni di vita democratica del Paese.

La tragedia che ha colpito l’Afghanistan deve innanzitutto portare a interrogarci tutti quanti sull’importanza che hanno per noi i diritti e le vite di persone che vivono anche a chilometri di distanza da noi e dalle nostre realtà. Ci deve portare a chiederci quanto la persona per noi abbia un valore intrinseco e destinatario di diritti inviolabili quali sono i diritti umani, e quanto siamo disposti a mettere in gioco per difendere questi diritti.

Quanto successo ci deve far riflettere sull’importanza dell’informazione puntuale, non faziosa o parziale, fatta da persone che conoscono la realtà che vanno a raccontare e che hanno come unico obiettivo quello di raccontare i fatti a qualunque costo.

Come Redazione di TocToc Sardegna crediamo fortemente che l’informazione e il giornalismo non possano prescindere dalla necessità di raccontare e dare voce a chi una voce non ce l’ha o non può averla, mostrando attraverso testimonianze, racconti e analisi la complessità del mondo evitando facili semplificazioni che non permettono di comprendere la realtà e mettendo la persona al primo posto nei nostri articoli e nelle storie che raccontiamo sui nostri canali.

Quella che andrete a leggere è una lunga storia che parte da più di 50 anni fa e arriva prepotentemente ai giorni nostri attraverso le voci di uomini e donne che si sono trovati loro malgrado al centro del turbinio della storia.

Parleremo del regime Talebano e di come l’Afghanistan sia tornato indietro di vent’anni a seguito della loro presa del potere; parleremo dei diritti calpestati delle donne ma non solo; diritti calpestati delle donne ma non solo; parleremo della corruzione del governo afgano e delle mancanze, degli errori e delle scelte sbagliate delle forze armate straniere che per vent’anni hanno presidiato l’Afghanistan; parleremo dell’assurdità della burocrazia che impedisce alle persone di ricostruirsi un futuro; parleremo dei sogni e delle aspettative di un popolo; parleremo del mosaico di etnie che formano l’Afghanistan; parleremo di un dramma che ci coinvolge tutti perché mai come ora è vicino a noi.

Parleremo di una realtà a pochi chilometri dai grandi centri della Sardegna; di un paesino di poche anime in Marmilla, parleremo del coraggio di uomo che è sindaco, padre e primo soccorritore di chi scappa dalla fame e dalla guerra. Parleremo di guerra, di soprusi e di aspettative non ripagate. Parleremo di sofferenza, dolore, ma anche e sopratutto di speranza.

Parleremo dell’Afghanistan e vi racconteremo di come un’isola al centro del Mediterraneo può legarsi con un filo rosso a un Paese senza sbocco sul mare.
 

(In foto: Sini, paese di 522 abitanti nella provincia di Oristano, sede del centro di accoglienza

Questo reportage è frutto di un lungo lavoro di ricerca, studio e analisi di quanto successo in Afghanistan negli ultimi vent’anni cercando di comprendere come quei fatti siano strettamente legati a ciò che è successo dopo gli accordi di Doha e la prese del potere da parte dei Talebani. La nostra storia si svolge a Sini, paese di 503 abitanti in Provincia di Oristano, in una mattinata di fine settembre quando il sole picchia forte sulla testa e a Kabul, in Afghanistan, sono le prime ore del pomeriggio.

Per approfondire sul tema della crisi in Afghanistan…