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  • Francesco Ortu

Affondo a Marassi: il Cagliari sconfitto per 3-0 dal Genoa

Il Cagliari fallisce il primo match point per la salvezza, uscendo ridimensionato e con un profondo tonfo dalla partita contro il Genoa. Un risultato che non pregiudica le chance salvezza, ma che getta qualche preoccupazione nella piazza.


Il match

Tempo di fantasia e di esperimenti per Mister Ranieri, che si trova obbligato agli straordinari per ricostruire una difesa che ha visto le defezioni dei suoi principali alfieri, ovvero Dossena e Mina. Il tecnico di Testaccio schiera quindi un 3-5-2 con il terzetto difensivo inedito Hatzidiakos, Wieteska e Obert, Di Pardo in luogo di Nandez e Prati e Deiola a rilevare la presenza di Makoumbou e Sulemana. I padroni di casa partono forte, mantenendo il pallino del gioco, mentre i sardi tentano di controllare e ripartire ma lasciano troppo spazio ai liguri.

Dopo appena 17 minuti sono proprio gli uomini di Gilardino a passare in vantaggio: cross di Sabelli dalla destra e incornata vincente di Thorsby che batte nel tempo Hatzidiakos e Wieteska. I genoani non demordono e continuano ad attaccare, con la difesa isolana che soffre ad ogni incursione e ad ogni traversone dentro l’area. Dopo neanche una decina di minuti sono nuovamente i rossoblù casalinghi a trovare la rete, con Frendrup che piazza con il piatto destro a termine di una grande azione corale. Gli ospiti tentano quindi di avere uno scatto d’orgoglio, ma le due uniche occasioni discrete, di Oristanio e di Hatzidiakos e Wieteska, si concludono in un nulla di fatto.


Nel secondo tempo triplice cambio per ribaltare il match, con l’ingresso di Zappa, Nandez e Lapadula. I cagliaritani ci provano, dando vita ad un gioco frenetico, fisico e nervoso. Ma la squadra casalinga controlla, riparte e punge senza troppi problemi. Alla fine, l’approccio li premia nuovamente, con il solito Gudmunsson che vince un rimpallo e buca uno Scuffet che, pochi minuti prima, si era impegnato in un miracolo. Lapadula e compagni continuano a provarci, ma la giornata si rivela storta. I padroni di casa raggiungono la salvezza certa, mentre per i sardi le certezze vengono meno.


Tra esperimenti e sfortuna

Il Cagliari trova dunque fine al suo momento positivo, dopo le prestazioni maiuscole delle ultime settimane, arrivando ad un pesante passo indietro sul piano tattico e psicologico, non risultando mai in grado di mettere in difficoltà il solido undici di Gilardino.


Esistono tuttavia delle attenuanti, derivanti dallo stop di 2/3 del terzetto difensivo che, nelle ultime giornate, ha dimostrato di reggere gli urti delle più blasonate compagini della categoria, mettendo in luce la poca affidabilità delle seconde linee quando chiamate all’ordine. Il terzetto difensivo proposto ieri non ha mai giocato l’un con l’altro in questo schieramento, ma gli errori tecnici dei singoli esulano dalla mancata abitudine. D’altro canto, una nota di demerito può essere comunque posta al coach dei sardi, il quale solitamente ha stupito con le mosse a sorpresa pescate dal proprio cilindro. Stavolta però la pesca non si è rivelata capace di trovare alcun asso, facendo venire meno ancor di più la solidità trovata, con un centrocampo che ha sentito la mancanza del fosforo e della grinta di Nandez e Makoumbou, mettendo in luce un centrocampo sin troppo leggero e che ha subito, per tutti i 90 minuti, quello genoano.


Quella di ieri risulta quindi una forte libecciata, che se non gestita adeguatamente potrebbe rivelarsi a doppio taglio. Starà alla guida tecnica far quadrato e rigenerare mentalmente e tatticamente una squadra che si trova alla vigilia della sua partita più importante, il penultimo scontro diretto stagionale, nel quale sarà contrapposto al Lecce alla Unipol Domus. Una partita che potrà dare una definitiva scossa ai timori di squadra, società e piazza scacciando nuovamente la zona calda che, seppur a piccoli passi, dimostra ancora segni di movimento e di vita che potrebbero tramutarsi in pericolosi ribaltoni.

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