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  • Chiara Aresu

Argentina al bivio: salto nel vuoto con l’ultradestra o si prosegue con il peronismo?




Domenica 22 ottobre gli argentini sono stati chiamati alle urne per votare il prossimo presidente del Paese. Dopo il primo turno, che ha visto un’affluenza del 74% della popolazione, è emerso che a contendersi la presidenza al ballottaggio di novembre saranno l’ultradestra di Javier Milei e il peronismo progressista di Sergio Massa.


La sfida


Nel primo turno della corsa verso la Casa Rosada a risultare in vantaggio è stato Sergio Massa, candidato peronista con il suo partito Frente Renovador e attuale ministro dell’economia, in carica dal 2022 dopo le dimissioni di Martín Guzmán. Massa, inaspettatamente rispetto a ciò che sostenevano gli analisti, ha ottenuto il 36,5% dei voti, la percentuale più alta tra gli sfidanti.


Massa è noto per il suo trasformismo: inizia il suo percorso in politica in un partito conservatore e liberale. Nel 2015 si candida alla presidenza, ma rimane escluso dal ballottaggio, che vede come protagonisti il candidato peronista Daniel Scioli e il candidato di centrodestra Mauricio Macri. Quest’ultimo riesce a vincere proprio grazie all’appoggio di Massa, che al primo turno aveva ottenuto il 21% dei voti. Inaspettatamente nel 2019 si crea una coalizione elettorale panperonista tra Massa, Cristina Kirchner e Alberto Fernandez per evitare che Macri venga eletto una seconda volta. Durante la presidenza Fernandez, Massa occupa l’incarico di presidente della Camera dei Deputati e in seguito diventa ministro dell’economia. Con la sua nuova candidatura, Massa propone una sorta di rottura con la sua attuale coalizione. L’analista Julio Burdman lo ha definito come “il meno peronista tra i peronisti” [1]. Più volte, durante la campagna elettorale, ha cercato di dissociarsi dal governo attuale Fernandez-Kirchner nonostante ne faccia direttamente parte. Per questo promuove un governo tutto suo, non un proseguimento del precedente. Ha dichiarato di voler formare un governo di unità nazionale composto dalle persone più adatte per il ruolo, a prescindere dal loro orientamento politico [2]. Con il suo programma elettorale, Massa promette di frenare la svalutazione del peso argentino, cancellare l’enorme debito con il Fondo Monetario Internazionale, che ad oggi ammonta a circa 45 miliardi di dollari, sviluppare il settore energetico e rendere l’Argentina un posto più sicuro (il World Population Review mette l’Argentina tra i 20 paesi con il tasso di criminalità più alto al mondo [3]).


Il suo avversario, il candidato per l’estrema destra con La Libertad Avanza, sarà l’anarco capitalista - così si definisce lui stesso - Javier Milei, volto noto al pubblico argentino grazie alla sua presenza in vari salotti televisivi come commentatore politico. Milei, che aveva sorpreso tutti ottenendo il 30% dei voti alle primarie della sua area politica lo scorso agosto, ha riconfermato il suo 30% che però non è bastato ad assicurargli già dal primo turno la carica da presidente. Il politico nativo di Buenos Aires è sicuramente riuscito a stupire tutti con le sue idee un po’ fuori dal comune e la sua personalità a dir poco stravagante. Non a caso uno dei suoi tratti distintivi è la “motosega”, strumento apparso in vari comizi in campagna elettorale usata per rappresentare la promessa dei tagli alla spesa pubblica. Tra i suoi cavalli di battaglia ci sono infatti la chiusura della Banca Centrale e la dollarizzazione del Paese, in risposta alla perdita di valore del peso e al gigantesco debito con l’FMI; la privatizzazione del settore industriale, sanitario e scolastico ma anche misure più estreme come l’abolizione di alcuni ministeri come quello dell’ambiente e della cultura e l’introduzione della vendita di armi e organi. Tra i suoi sostenitori politici c’è Jair Bolsonaro, ex presidente del Brasile, Paese importantissimo per l’economia Argentina, in quanto principale partner commerciale tra i Paesi latinoamericani.


Per gli altri contendenti la corsa è terminata. La prima tra i delusi è stata Patricia Bullrich, la conservatrice di Juntos por el cambio che si è fermata al 23,8%. Attraverso le sue dichiarazioni, che hanno escluso categoricamente qualsiasi collaborazione con l’avversario Massa, i sondaggisti sostengono che i suoi voti andranno con tutta probabilità all’estrema destra di Milei.


Il quadro


Il clima in cui si stanno svolgendo queste elezioni è tutt’altro che sereno.

L’Argentina si trova in una situazione del tutto instabile, nel bel mezzo di una delle peggiori crisi economiche mai viste, un tasso di povertà che ha ormai raggiunto il 40% [4], l’inflazione che rasenta il 140% [5] con una moneta che perde valore ogni ora che passa. A tutto questo si aggiunge il tasso di criminalità che aumenta vertiginosamente insieme al numero di giovani che lasciano il paese. Secondo i dati solo nei primi sette mesi del 2023 circa 28.000 ragazzi (su una popolazione di 46 milioni) tra i 18 e i 35 anni sono partiti dall’Argentina per stabilirsi all’estero [6] e il numero è destinato ad aumentare se la situazione non dovesse migliorare.


La fiducia degli argentini verso le istituzioni è ai minimi storici. Per molti il ricordo della dittatura è ancora vivo e a questo si aggiunge l’incertezza per il futuro causato dalla crisi economica. Adesso ci si domanda se sia meglio tentare il salto nel vuoto con Milei e il suo stile eccentrico, che però potrebbe portare una ventata di novità nella realtà argentina, o confermare un’altra volta la fiducia al peronismo con Massa.

La risposta sul destino dell’Argentina l’avremo il 19 novembre, quando i cittadini torneranno al voto per il ballottaggio. Per ora, quel che è certo è che nel Pais del fin del mundo c’è bisogno di un cambiamento, che sia invertendo la rotta verso destra o proseguendo verso sinistra.


Fonte foto: Marca, https://www.marca.com/mx/actualidad/

2023/10/23/6536e87646163f85798b4572.html



Fonti


[2] Coti Lambertucci, Sergio Massa se erige como el representante de “una nueva etapa política” en Argentina, El Pais, 23 ottobre 2023, https://elpais.com/argentina/2023-10-23/sergio-massa-se-erige-como-el-representante-de una-nueva-etapa-politica-en-argentina.html

[4] Alfredo Sain, La pobreza subió al 40,1% en el primer semestre y ya afecta a 18,5 millones de personas, La Nacion, 28 settembre 2023, https://www.lanacion.com.ar/economia/negocios/se-disparo-el-indice-de-pobreza-por-encima-del-40-nid27092023/

[6] La Redazione, Por la crisis, más de 3.000 platenses se fueron de la Argentina en lo que va de 2023, 0021, 22 giugno 2023, https://www.0221.com.ar/nota/2023-7-22-12-5-0-por-la-crisis-mas-de-3-mil-platenses-se-fueron-de-la-argentina-en-lo-que-va-de-2023


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