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  • Francesco Ortu

Cagliari, con la Lazio arriva l'ennesimo tracollo


Un momento di Lazio-Cagliari | Foto X Serie A


Ennesima sconfitta per il Cagliari, maturata con il risultato di 3-1, contro la Lazio. La quarta consecutiva e seconda di fila alla Unipol Domus che, da fortino impenetrabile, sembra essersi trasformato in un facile terreno di conquista.


Il match


Piccola rivoluzione per mister Ranieri, che conferma la difesa a 3 con Zappa e Obert a sostituire Dossena, fuori Deiola per Prati ed esordio dal primo minuto per il neoacquisto Gaetano che va a supportare, insieme a Viola, Lapadula. Il primo accenno di iniziativa lo hanno proprio i padroni di casa, con Azzi che scappa sulla destra e trova la profondità per servire il peruviano, nonostante la posizione di offside. Gli uomini di Sarri acquisiscono però rapidamente il pallino del gioco con gli uomini di Ranieri che si siedono nella trincea, trovando poche volte la ripartenza e la controffensiva dei laziali. E dove non arriva l’attacco ospite ci pensano i rossoblù stessi, insaccando nella propria porta a seguito di un pasticcio targato Azzi-Deiola. La reazione non arriva, e i biancocelesti continuano a giganteggiare sotto l’inerme truppa sarda. Unica occasione, sullo scadere, offerta da Lapadula ma disinnescata da Provedel. Nella ripresa il Mister di Testaccio tenta di mischiare le carte con l’ingresso di Luvumbo e Dossena ma, come ormai da copione, sono i biancocelesti a bucare nuovamente la difesa di casa, grazie all’asse Isaksen-Immobile complice il rimpallo su Scuffet e la staticità difensiva. Arriva però un segno di vita, con Gaetano che scaglia un bolide dai 20 metri che impietrisce l’estremo difensore della squadra capitolina. Sembra l’inizio della scossa, con Makombou e il napoletano che impensieriscono nuovamente Provedel. Il fuoco però si spegne rapidamente, Felipe Anderson buca la retroguardia in contropiede e sigla il definitivo 3-1. Il resto del match può essere riassunto con un quadro di pura sterilità, sconforto, dal silenzio assordante sino ai primi fischi e rumori dagli spalti.


È possibile una svolta?


Sui problemi tecnici e tattici, sugli errori di mercato e sulle varie responsabilità che possono essere allocate fra i vari responsabili del progetto della squadra ne è stato ampiamente discusso, sarebbe quindi decisamente ridondante ripercorrere le medesime argomentazioni e ribadire concetti che vengono espressi ormai da tempo nell’ambiente cagliaritano. La domanda che è possibile porsi è se possa arrivare una svolta e da cosa possa essere innescata. Nel passato ci sono sempre stati tentativi del genere, alcuni riusciti ed altri decisamente meno, soprattutto frutto di tentativi di scaricare la colpa su un capro espiatorio e far “cadere qualche testa”. Il ritorno di Zeman dopo l’esonero, il licenziamento di Giovanni Rossi e l’avvicendamento con Carli o ancora la cacciata degli uruguayani Caceres e Godin, senza dimenticare l’ultimo arrivederci all’ex ds Capozucca. Ad oggi, tuttavia, tale discorso appare decisamente più ostico e difficile, in virtù dell’ingombrante figura di Claudio Ranieri, non certamente paragonabile ai casi visti precedentemente e soprattutto unico profilo che attualmente, al netto di colpe ed errori anche ad esso imputabili, è dotato degli strumenti necessari per portare la barca con la falla in porto. Inoltre, lo stesso Presidente Giulini si è esposto personalmente dopo un anno e mezzo di lontananza dai microfoni per fornire sostegno incondizionato al tecnico e a fare quadrato attorno a quella che potrebbe delinearsi come ennesima tragedia sportiva della sua gestione. Nonostante ciò, fa rumore la voce di dimissioni date e poi ritirate dallo stesso Ranieri, eloquenti sullo stato dello spogliatoio cagliaritano in queste ore. Solo il futuro, probabilmente anche molto prossimo, farà luce sull’evoluzione di questo ennesimo capitolo, nero, della squadra sarda. Lo scontro con l’Udinese sarà dunque quanto mai eloquente sulle possibilità rimaste e sulla capacità della squadra di ritrovare il carattere che, nel girone d’andata, aveva più volte dato fiducia ai tifosi.


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