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  • Paolo Falqui

Guida alle elezioni spagnole




Domenica 23 luglio la Spagna si presenta alle elezioni generali dopo che, visti i risultati deludenti alle amministrative, il Presidente del Governo e leader del PSOE Pedro Sánchez ha annunciato lo scorso 29 maggio le proprie dimissioni, anticipando il voto previsto inizialmente per il prossimo autunno. Se la data estiva causerebbe in Italia qualche preoccupazione in merito all’affluenza, bisogna considerare che è disponibile per tutti i cittadini spagnoli che ne facciano richiesta il voto per posta, che è depositabile in una fascia di tempo abbastanza lunga in qualsiasi ufficio postale e che quindi dovrebbe aiutare a combattere l’astensione, anche se non si può escludere del tutto la volontarietà di questa azione per provare a contrastare il consenso di destra. Quella spagnola è una sfida elettorale importante anche a livello internazionale, perché presenta la possibilità di un nuovo cambio di rotta da uno degli ultimi governi di sinistra tra i grandi Paesi europei a un governo di destra, in linea con quanto accaduto in diversi stati del Vecchio Continente nell'ultimo periodo.


Per capire come si svolgeranno le elezioni bisogna però fare una doverosa premessa riguardo al contesto, differente da quello italiano.


Il contesto

Il governo Sánchez è nato quattro anni fa (la durata in carica del Parlamento spagnolo è di un anno inferiore a quella italiana) dopo ben quattro tornate elettorali che non avevano lasciato altra scelta se non quella di un accordo tra due dei partiti principali, PSOE (Partito Socialista Operaio Spagnolo) e Podemos. La difficoltà nel concepire questo patto va ricercata nella storia della giovane democrazia spagnola, ottenuta solo nel 1975 alla morte del dittatore Francisco Franco. Il sistema è sempre stato fortemente bipolare almeno fino agli anni ’10, quando la crescita di partiti come Podemos e Ciudadanos non consentiva a PP (Partito Popolare) e PSOE (i due protagonisti dell’alternanza al governo) di governare in solitaria.


L’inesperienza in merito agli accordi di governo ha fatto sì che tutti i partiti fossero esitanti al momento di siglarne uno. Almeno fino a quando la pressione si era fatta insostenibie, portando PSOE e Podemos a un accordo e alla conseguente nascita del primo governo di coalizione della storia spagnola. È probabile dunque che ormai si sia aperta la via ad altri patti, nonostante, come vedremo, l’alleanza di governo non ne sia uscita benissimo. Da ricordare anche il ruolo sempre importante dei partiti indipendentisti, che presentano, a differenza di quanto accade in Italia, un vasto spettro di posizioni politiche, e sono quindi disponibili ad appoggiare un governo piuttosto che un altro: per esempio ERC (Sinistra Repubblicana Catalana), uno dei partiti più importanti in Catalogna, è chiaramente di sinistra mentre UPN (Unione del Popolo Navarro), vincitore delle amministrative in Navarra, è più vicino alla destra.


La legge elettorale

Dimentichiamo il Porcellum: la legge elettorale spagnola è un vero labirinto. Prima di entrare in dettaglio bisogna considerare che il Parlamento spagnolo si fonda su un sistema bicamerale asimmetrico: il Congreso (l’equivalente della Camera), composto da 350 deputati, è la camera principale, che pone la fiducia al governo in esclusiva e ha la priorità nel processo legislativo; il Senado invece è definito come la “camera di rappresentazione territoriale”, è composto da 263 senatori e ha potere di veto e revisione delle leggi proposte dal Congreso, ma limitato. Da questa differenza di poteri nasce anche un sistema elettorale differenziato, una composizione che può risultare decisamente differente e una maggiore presenza di partiti regionali.


Il sistema elettorale del Congreso è in origine proporzionale ma con importanti modifiche che lo avvicinano a un maggioritario: il Paese è diviso in 52 cirscoscrizioni che eleggono un numero definito di deputati (uno a testa per Ceuta e Melilla e un minimo di due per tutte le altre secondo la popolazioni) per cui il voto non ha lo stesso peso in tutte le circoscrizioni. L’elezione è a liste chiuse secondo un sistema proporzionale ma corretto con il cosiddetto metodo D’Hondt, un sistema inventato alla fine del 1800 e usato in vari Paesi che apporta correzioni al proporzionale oltre a porre uno sbarramento del 3%. Il numero dei voti di ogni partito infatti è diviso per i numeri da 1 al numero di deputati eletti, andando a creare dei coefficienti che poi in ordine decrescente saranno i seggi assegnati. Per esempio:

Esempio metodo D'Hondt con 5 eletti (Fonte: newtral.es)

Oltre ad essere un po’ cervellotico questo sistema va a vantaggio dei grandi partiti ed è abbastanza criticato in merito alla carente proporzionalità e rappresentatività del voto, sostanzialmente maggioritario nelle circoscrizioni con pochi deputati e più proporzionale nelle grandi, che porta a una sovrarappresentazione delle province più piccole dovuta al numero minimo di deputati. [1]


Totalmente differente è il sistema elettorale del Senado, diviso in 59 circoscrizioni e nel quale il voto non è diretto al partito ma al singolo senatore/senatrice. Ogni circoscrizione elegge un numero dato di senatori, 4 nella penisola, 3 per le isole maggiori, 2 per Ceuta e Melilla e 1 per le isole minori; a questi si aggiungono 58 senatori nominati dai consigli autonomi, 1 per ogni Comunità Autonoma (l’equivalente delle nostre regioni) più uno per ogni milione di abitanti in più in ogni data Comunidad. Il sistema di elezione è quindi più semplice, chi ottiene più voti è eletto, ma presenta in forma ancora più accentuata i problemi riscontrati in precedenza, dalla esagerata rappresentazione delle piccole Comunità Autonome alla presenza di senatori non eletti ma espressione dei Parlamenti Autonomi. [2]


I partiti

  • PP – Partido Popular

Posizionamento: Centrodestra (affiliato al Partito Popolare Europeo)

Ideologia: Liberali, conservatori, cristiani

Leader: Alberto Feijóo

Somiglia a: Forza Italia anni ‘90

Punti salienti del programma: Sanità, sostegno alle famiglie, lavoro e impresa, integrazione sociale [3]

Previsioni elettorali: 34% - 139 seggi (media di RTVE del 14/07)

Il Partido Popular è atteso come il grande favorito della tornata di domenica 23 luglio dopo i risultati delle amministrative, nelle quali ha conquistato la quasi totalità delle Comunità Autonome. La grande incognita per Feijóo sarà riuscire a poter governare in solitaria, visto che per ora il PP è dato sui 140 seggi mentre la maggioranza assoluta è di 177. Un obiettivo difficile da raggiungere e che probabilmente renderà necessario un patto con Vox, che nei parlamenti autonomi ha già causato diversi problemi. [4] Il cambio recente di leadership del partito ha portato una ventata di aria nuova, che consentirà al PP di guadagnare nelle prospettive più rosee una cinquantina di seggi. Una crescita importante che ha limitato la temuta esplosione di Vox alla sua destra e porsi come favorito per guidare il prossimo governo.

  • PSOE – Partido Socialista Obrero Español

Posizionamento: Centrosinistra (affiliato al Partito del Socialismo Europeo)

Ideologia: Socialdemocratici, progressisti

Leader: Pedro Sánchez

Somiglia a: PD

Punti salienti del programma: femminismo, transizione ecologica, istruzione, coesione sociale [5]

Previsioni elettorali: 28% - 105 seggi (media di RTVE del 14/07)

Il partito dell’attuale Presidente dimissionario è chiamato a una difficile riconferma. Nonostante nelle previsioni sia dato sulle stesse percentuali di quattro anni fa, probabilmente il Psoe vedrà diminuire i 120 seggi conquistati nel 2019. Non è un crollo, ma la confusione alla sua sinistra probabilmente precluderà la possibilità di un nuovo governo di coalizione, portando di nuovo il partito all’opposizione. Il Psoe potrebbe pagare soprattutto la gestione dell’emergenza Covid e l’aumento dei prezzi dovuto al conflitto in Ucraina, che hanno causato una perdita di popolarità del leader Sánchez, oltre alla ripresa del PP e la crescita di Vox.

  • Vox

Posizionamento: Estrema destra (affiliato a Alleanza dei Conservatori e Riformisti Europei)

Ideologia: ultranazionalisti, conservatori, populisti, euroscettici

Leader: Santiago Abascal

Somiglia a: FDI

Punti salienti del programma: accentramento di competenze, contrasto dell'immigrazione, difesa della famiglia tradizionale [6]

Previsioni elettorali: 13% - 38 seggi (media di RTVE del 14/07)

Di Vox e della sua crescita si è parlato a lungo, anche in Italia visti i rapporti stretti con Fratelli d’Italia, con cui condivide la maggior parte delle politiche. Il partito di Santiago Abascal può essere la sorpresa del 23 luglio, anche se per ora le previsioni non indicano una vera e propria esplosione. Tuttavia i suoi seggi sarebbero fondamentali per garantire al PP la maggioranza assoluta al Congreso (pur risicata); l’opportunità di entrare al governo è ghiotta e Vox ha dimostrato di saper sfruttare il suo potere già nei patti a livello territoriale, ottenendo addirittura la presidenza nella Comunità Valenciana. Pesantemente criticato per il suo tradizionalismo, i contrasti con il PP si basano principalmente sulle idee in materia di lotta alla violenza di genere, totalmente assente dal programma di Vox.

  • Coalizione Sumar (6 partiti nazionali + 14 regionali)

Posizionamento: Sinistra

Ideologia: progressisti, femministi, ecologisti, anticapitalisti

Leader: Yolanda Díaz

Somiglia a: M5S + Sinistra Italiana + Verdi + chiunque stia alla sinistra del PD

Punti salienti del programma: politiche sociali, salario minimo, femminismo [7]

Previsioni elettorali: 12,7% - 33 seggi (media di RTVE del 14/07)

La coalizione Sumar sembra uscita da un mondo parallelo dove la sinistra riesce a mettersi d’accordo e correre unita: si tratta di una maxi coalizione di 20 partiti (più l’appoggio esterno di altri 10) nata attorno al Movimiento Sumar di Yolanda Díaz, vicepresidente del Governo Sánchez, ministra del Lavoro e fuoriuscita da Podemos. Si tratta della più grande coalizione della storia spagnola. Il crollo verticale di Podemos, dovuto all’abbandono del leader Pablo Iglesias e alla perdita in termini di immagine dopo il patto con il PSOE, ha facilitato l’agglomerazione delle forze di sinistra per provare a fornire un’alternativa credibile, cosa che ha poi portato all’entrata di Unidas Podemos stessa nella coalizione dopo un periodo di reticenza. Le previsioni non sono eccellenti e con soli 30 seggi un eventuale riedizione del patto che portò al Governo Sánchez non sarebbe sufficiente per raggiungere la maggioranza al Congreso. Un risultato sopra le aspettative potrebbe comunque mettere in difficoltà gli altri partiti soprattutto in vista delle prossime elezioni alle quali si presenterebbe con il vantaggio di quattro anni all’opposizione.


Possibili scenari

Al momento, secondo i sondaggi, lo scenario più probabile è la vittoria del PP, che però probabilmente potrà governare solo con l’aiuto di Vox: è una situazione non idilliaca per il partito storico del centrodestra spagnolo, il quale ha denotato a più riprese una certa insofferenza verso l’estremismo dei probabili alleati. D’altra parte sarebbe ad oggi l’unica opzione possibile, visto che anche un ipotetico accordo con i partiti regionali vicini al centrodestra non consentirebbe a Feijóo di raggiungere la maggioranza assoluta senza Vox. A meno di risultati clamorosamente sopra le aspettative del PP, o in alternativa dei partiti di sinistra che anche in una larghissima coalizione per ora non sembrano in grado di raggiungere la maggioranza, il governo sarà dunque azzurro-verde, in un Congresso che si dovrebbe comporre anche di un gruppo di piccoli partiti regionali che potrebbero dare una mano visti i numeri risicati che si prevedono per la maggioranza, con i deputati di PP e Vox che sarebbero 177 con una maggioranza di 176. [8] L’impressione è che ci sia ancora spazio per qualche colpo di scena, nonostante le amministrative di poco più di un mese fa abbiano dato indicazioni molto chiare sullo spostamento a destra del gradimento del popolo spagnolo.


Fonti:

[1] Rosa Martí, ¿Cómo funciona la ley electoral española o ley D'Hondt? ¿Por qué hay quien quiere reformarla?, Esquire, 7 giugno 2023, https://www.esquire.com/

[2] Wikipedia, Legislación electoral española, https://es.wikipedia.org/wiki/

[3] Programa Electoral: un proyecto al servicio de un gran país, https://www.pp.es/sites/

[4] Lucia Méndez, Feijóo se planta: "No más pactos como el de Valencia", El Mundo, 17 luglio 2023, https://www.elmundo.es/elecciones/

[5] Programa Electoral Eleccione Genereale, PSOE,

[6] Programa Electoral Eleccione Genereale, Vox,

[7] S.M., Programa electoral de Sumar para las elecciones de 2023, El Mundo, 17 luglio 2023, https://www.elmundo.es/como/

[8] Redazione, Elecciones 23J - Así cierran las encuestas: el PP tendría más escaños que la izquierda y podría tener mayoría absoluta con Vox, rtve, 17 luglio 2023, https://www.rtve.es/noticias/



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