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  • Francesco Serri

Il discorso di Angela Merkel, secondo la Bild è il più emotivo della sua carriera


Secondo il quotidiano tedesco Bild, l’ultimo discorso della cancelliera Angela Merkel al Bundestag, il Parlamento tedesco, è il più emotivo della sua storia. Merkel ha chiesto ai Leander, competenti in materia di sanità, maggiori restrizioni in vista del Natale per ridurre la diffusione del Coronavirus sul territorio tedesco.


Con la voce quasi rotta ha detto “Per quanto sia duro, e mi rendo conto di quanto amore ci sia dietro all’allestimento di bancarelle di vin brulé e di waffle, ciò non è compatibile con quanto abbiamo concordato, vale a dire ad esempio, solo cibo da asporto e portarlo e consumarlo a casa. Mi dispiace tanto e mi fa davvero male al cuore. Ma se il prezzo da pagare sono 590 morti al giorno, allora questo non è accettabile secondo me e quindi dobbiamo rafforzare le limitazioni. E se il mondo della scienza arriva fino ad implorarci di rendere possibile, ancor prima di Natale, una settimana di riduzione dei contatti prima di incontrare i nonni ed altre persone anziane allora dovremmo forse riflettere se non si può trovare una strada per iniziare le ferie non solo il 19 dicembre ma eventualmente già il 16. Cosa si dirà in futuro di noi se durante un’emergenza epocale non saremo stati in grado di trovare ad ogni modo una soluzione per questi tre giorni? E può anche essere che la sospensione dell’obbligo scolastico sia sbagliato. Allora facciamo didattica a distanza o qualcosa del genere. Io non lo so, e non è neanche la mia competenza, non mi voglio immischiare. Ma voglio dire solamente una cosa: se noi ora nell’imminenza del Natale abbiamo troppi contatti e successivamente si scopre che avremo festeggiato l’ultimo Natale con i nostri nonni, avremo qualcosa da rimpiangere: perché non abbiamo fatto quel che invece dovevamo fare. Onorevoli colleghe e colleghi. Questo non deve accadere!”.


Una famosa citazione del nostro Alcide De Gasperi dice che “Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alla prossime generazioni”. I populisti sembrano decisamente più vicini alla prima figura, visto che per ottenere consenso strizzano l’occhio ai negazionisti e si mostrano oppositori di decisioni necessarie ma impopolari. Vedi frase di un leader politico italiano che dice “Salviamo il Natale!”. Nei peggiori dei casi, come Bolsonaro, sono essi stessi negazionisti. La Merkel, invece, per molti è già passata alla storia come statista, ancor prima di finire il cancellariato iniziato il 22 novembre 2005. 15 anni a capo del governo tedesco.

D’altronde, anche in questo discorso diventato virale sul web, la cancelliera dimostra di non temere decisioni impopolari come le restrizioni in vista delle feste natalizie. Non ebbe paura di perdere consenso neanche nel 2015, quando prese una decisione decisamente più impopolare e aprì le frontiere della Germania ai rifugiati siriani, iracheni e afgani. Altri punti importanti del discorso sono la fiducia nella scienza, utilizzando i pareri di quest’ultima come base per fondare le sue prese di posizione nella lotta al Covid; la capacità di riconoscere i propri limiti, vedi la frase “non è neanche di mia competenza” riferendosi alla didattica a distanza; e infine la visione a lungo termine, riferendosi al giudizio che avranno le future generazioni sulle decisioni attuali se non si farà di tutto per evitare l’aumento dei contagi e il conseguente decesso di altre persone. Statista o no, sta di fatto che nemmeno il Covid è riuscito a far apparire Angela Merkel in difficoltà o incompetente, basti pensare a quando spiegò l’indice di contagio Rt: "Chiunque conosca una funzione esponenziale sa che un indice Rt a 1,3 o 1,4 non è accettabile. Siamo il continente dell'Illuminismo, la matematica è importante”.

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