top of page
  • Francesco Serra

L’Attacco dei Giganti: al di là delle mura sigillate del Museo di Cabras


Come ormai molti sapranno, durante la scorsa settimana ha preso piede un vero e proprio “scontro” che ha visto contrapporsi la Soprintendenza Archeologica di Cagliari e il Museo di Cabras, quest’ultimo fortemente appoggiato dalla sua comunità locale, intorno alla questione denominata dalla maggior parte dei giornali nazionali come lo “Scippo dei Giganti di Mont’e Prama”.


La causa scatenante dello scontro è la chiusura del suddetto Museo nella mattina del 10 febbraio 2021 imposto dal sindaco Andrea Abis, per impedire alla soprintendente Maura Picciau di compiere un sopralluogo finalizzato al trasferimento a Cagliari di alcune “statue” che necessiterebbero di un restauro.

La motivazione ufficiale della chiusura è la violazione dell’articolo 19 del Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004 [1] da parte della Soprintendenza, poiché ci sarebbe stato troppo poco preavviso per compiere l’ispezione. Tuttavia, come ci insegna anche Tucidide, in ogni “guerra” vi è pure una causa remota che la provoca, da ricercare, nel nostro caso, nella paura da parte del Museo di Cabras che i reperti una volta trasferiti rimangano a Cagliari, senza nessuna garanzia di restituzione apparente.

Dunque, ci troviamo di fronte a un abuso di potere da parte delle istituzioni pubbliche, come lascia intendere la maggior parte dei giornali?

In realtà vi sono altri fattori in gioco, pertanto è bene fare chiarezza sulla base di una nota rilasciata dal MiBACT (Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo) già nella giornata dell’8 febbraio 2021, di cui riportiamo il collegamento assieme alle fonti. [2]


Prima di tutto, bisogna precisare un aspetto che probabilmente viene dato talmente per scontato da essere travisato nel momento in cui si riporta la notizia della vicenda. Leggendo diversi articoli infatti, si fa riferimento direttamente ai “Giganti”, come se il nostro pensiero si debba rivolgere alle suggestive statue emblematiche esposte al Museo di Cabras; tuttavia, come precisato dalla stessa nota del Ministero, i reperti in questione sono invece quattro frammenti scultorei, riemersi durante gli scavi effettuati fra 2014 e 2016, attribuibili alla tipologia statuaria che convenzionalmente chiamiamo “Giganti di Mont’e Prama”, di cui uno tra l’altro interpretato come modellino di nuraghe.

Per quanto riguarda la paura quasi atavica che i reperti possano non tornare al Museo, essa è in parte giustificata in particolare da un evento relativamente recente. Stando a un accordo risalente al 2011, il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari avrebbe dovuto restituire al Museo di Cabras buona parte di un lotto statuario proveniente da Mont’e Prama, stanziato (tuttora) nel capoluogo inizialmente solo per tutta la durata di una mostra temporanea. Ma a seguito della riforma Franceschini del 2014 e il passaggio di competenze dalla Soprintendenza all’allora Polo Museale (oggi quello di Cagliari risulta Museo Autonomo sul piano amministrativo), venne bloccato il rientro dei reperti interessati, i quali sono ancora a Cagliari. [3]

Pertanto, in questa peripezia di fondo la Soprintendenza di Cagliari non ha alcuna responsabilità, e francamente fa pure sorridere il fatto che a rassicurare i cittadini di Cabras, facendo da garante per il ritorno delle sculture, sia l’attuale Ministro della Cultura, lo stesso che attuò la riforma nel 2014. [4]

Tornando alla nota del MiBACT, viene espresso chiaramente che “il restauro dovrà avvenire, ad esclusiva salvaguardia dei beni culturali dello Stato, secondo le modalità tecnico-scientifiche più idonee a garantire il miglior intervento conservativo del caso, da effettuare nelle adeguate sedi di laboratorio specializzato a ciò istituzionalmente destinate: a tal fine, lo Stato ha altresì già stanziato la somma di € 16.836,00 (Cap. 7433_2 A.F. 2020 EPR 2019 SAB) per effettuare il trasporto delle sculture da Cabras a Cagliari”. Inoltre “per quanto attiene alla successiva valorizzazione del gruppo scultoreo, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha [...] già stanziato 3 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo Museo di Cabras [come ha rassicurato lo stesso Franceschini] a questo ha fatto seguito l’accordo di valorizzazione del “Sistema di valorizzazione integrata territoriale del Sinis – Terra di Mont’e Prama”, stipulato il 19 luglio 2017, valido fino al 19 luglio 2022 e che dovrà portare alla nascita di una fondazione deputata alla gestione del Museo. Pertanto, a restauro completato, verificata la corretta attuazione dell’accordo, le Statue potranno essere collocate al Nuovo Museo di Cabras”. [2]


Dunque, contrariamente al messaggio fatto passare attraverso un eccessivo polverone mediatico, non vi è alcun tipo di “scippo” o “saccheggio” verso il Museo di Cabras e i suoi reperti da parte della Soprintendenza, sebbene tale episodio lasci comunque trasparire una carenza di comunicazione fra enti stessi e fra enti e cittadini.


Fonti: [1] D.lgs. 22 gennaio 2004, n.42, Codice dei beni culturali e del paesaggio, Art. 19 - Ispezione, Brocardi.it,

https://www.brocardi.it/codice-dei-beni-culturali-e-del-paesaggio/parte-seconda/titolo-i/capo-ii/art19 [2] Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Mont’e Prama, Mibact: nota della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, 8 febbraio 2021, https://www.beniculturali.it/comunicato/monte-prama-mibact-nota-della-direzione-generale-archeologia-belle-arti-e-paesaggio [3] Leonardo Bison, Teoria del complotto e caos burocratico: i motivi della lotta sui Giganti di Mont'e Prama, Finestra sull'Arte, 13 febbraio 2021,

https://www.finestresullarte.info/focus/teoria-del-complotto-e-caos-burocratico-motivi-scontro-giganti-monte-prama-sardegna [4] Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Giganti Mont’e Prama, Franceschini: appena restaurati torneranno a Cabras, 13 febbraio 2021,

bottom of page