top of page
  • Immagine del redattoreGiulio Ardenghi

Tassiamo i ricchi: l’ennesima vittoria del capitalismo?


L’edizione del 2021 del Met Gala di New York City, uno degli eventi mondani più famosi del mondo, si è svolta il 14 settembre scorso e ha visto, come è consueto, diverse celebrità esibire indumenti particolarmente artistici e stravaganti.


Fin qui nessuna novità.

Ma c’è stato un elemento nuovo che ha fatto particolarmente discutere: la deputata statunitense Alexandria Ocasio-Cortez ha partecipato all’evento sfoggiando un abito con su di esso la frase Tax the rich (tassate i ricchi) scritta a grandi lettere rosse.

Il perché della controversia si capisce quando si analizzano meglio sia il personaggio che il contesto in questione.


La 31enne di origine portoricana Ocasio-Cortez è la donna più giovane mai eletta al Congresso, diventata deputata ad appena 29 anni. È un’esponente di spicco dei DSA (Socialisti Democratici d’America), l’ala più a sinistra del Partito Democratico che annovera tra i suoi ranghi anche il senatore del Vermont Bernie Sanders. È anche il membro più famoso di The Squad (la squadra), un gruppo di quattro rappresentanti democratiche di colore che si distinguono per le loro idee progressiste e per il loro frequente uso dei social media, grazie ai quali riescono a farsi percepire come vicine al loro pubblico e a mostrarsi come esempio vivente di un Partito Democratico che si interessa alle minoranze (tra cui donne e minoranze etniche).


In particolare, Ocasio-Cortez (o AOC, come viene spesso chiamata per via delle sue iniziali) riesce bene a connettersi con i millennial del suo Paese perché mette in chiaro di avere umili origini: nasce nel Bronx, dove ritorna dopo la laurea all’università di Boston per lavorare come barista e aiutare economicamente sua madre, ed è da qui che inizia a fare l’attivista, cominciando così la sua carriera politica.

Come già detto è anche il suo sapiente uso dei social media che la rende così famosa, anche al di fuori degli Stati Uniti: nelle sue dirette parla non solo di faccende politiche, ma anche di cose della vita di tutti i giorni, dal suo cane fino ai suoi traslochi. Questo ha una grande presa sui suoi ascoltatori anche in Italia, che possono vedere come dietro a una giovane politica di successo ci sia una persona come tutte le altre. La strategia sembra funzionare visto che, secondo il famoso filosofo e teologo David Bentley Hart “(…) i commentatori maschi della Fox allevano la loro malsana ossessione con Ms. Ocasio-Cortez parzialmente perché si risentono della sua intelligenza, carisma e vitalità morale, ma soprattutto perché sospettano che al liceo lei fosse una di quelle ragazze con cui non avevano speranza di uscire”[1].


La linea politica di AOC prevede proposte come il Green New Deal, assistenza sanitaria e accesso al college gratuito per tutti e promuove azioni per raggiungere la piena occupazione di tutti i cittadini americani. La sua retorica è, di conseguenza, quella di chi si schiera senza mezzi termini a difesa della classe operaia, dei migranti e delle donne e di chi vede l’eccesso di libero mercato come la causa dei problemi che queste categorie di persone affrontano.

In poche parole, la sua politica è: Tassate i ricchi.

Naturalmente, Ocasio-Cortez tiene a precisare che per “ricchi” non intende alto-borghesi come la maggioranza di medici, ingegneri o avvocati, ma i super-ricchi, i multimiliardari che, in molti casi, hanno il diritto di non pagare le tasse negli Stati Uniti.


È per questo che molti si sono indignati quando hanno visto una persona con simili idee politiche mostrarsi con alcune delle persone più ricche e famose del mondo.

Una delle critiche che le sono state rivolte è che stesse sfoggiando un vestito costoso (anche se lei stessa ha messo in chiaro di averlo preso in prestito) e che abiti con sopra scritto Tax the rich sono oggi in vendita e non certo a basso prezzo.

Inoltre c’è chi la accusa di aver tramutato, volontariamente o no, l’anti-capitalismo in una moda, in una sorta di brand che porterà lauti guadagni a investitori che si arricchiranno vendendo prodotti che propagandano l’anti-capitalismo a persone che credono di odiare il capitalismo. Il tutto, naturalmente, coadiuvato dal fatto che alcuni protestano contro il capitalismo ma nessuno è in grado di proporre alternative e nemmeno di ragionare su queste cose al di fuori degli schemi imposti dallo stesso.


Ciò che c'è di sbagliato in queste critiche è il considerare lo slogan Tassate i ricchi come qualcosa di socialista e anti-capitalista (se lo fosse, qualsiasi Paese in Europa sarebbe socialista, e non è certo il caso), e anche il considerare AOC come una nemica del capitalismo: non lo è. Le sue idee chiamano per una maggiore regolamentazione del mercato, non certo per la statalizzazione delle aziende o per un’economia pianificata. E anche il personaggio che si è costruita probabilmente non avrebbe avuto molta fortuna in uno Stato socialista, come non l’avrebbero le politiche identitarie e di genere di cui lei si fa portavoce.

A parte ciò, anche in caso sia vero che la sua sia stata una provocazione, cioè l’andare a dire a muso duro a delle persone ricche che devono pagare più tasse, non c’è molta ragione per credere che ciò sarà risolutivo in qualche modo. Molto più probabilmente chi si rispecchia nelle idee di AOC potrà essere ancora più fiero di lei dopo quest’azione eclatante, ma nel concreto ben poco cambierà.


Fonti: [1] Hart David Bentley, Can we please relax about Socialism?, New York Times, 27 aprile 2019, https://www.nytimes.com/2019/04/27/opinion


Fonte copertina: Highsnobiety


bottom of page