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  • Immagine del redattoreFrancesco Podda

Villaputzu, il Sarrabus manifesta dopo la chiusura del ponte sul Flumendosa


Una foto dall'alto della manifestazione | Foto Fabio Crobu

Villaputzu. Studenti e lavoratori, giovani e meno giovani, comuni cittadini e rappresentanti delle istituzioni locali: in migliaia si sono recati stamattina presso la campata nord del ponte di ferro a Villaputzu – chiuso dal 7 dicembre scorso – per chiedere una viabilità accettabile per il territorio del Sarrabus.


L’infrastruttura


Una foto del Ponte di ferro | Foto Fabio Crobu

Costruito nella prima metà del secolo scorso, il ponte è stato un vero e proprio collante tra i tre paesi del Sarrabus e del basso Flumendosa, nel sud est dell’Isola. Nella sponda sud del fiume, infatti, sorgono i comuni di San Vito e Muravera; in quella nord il comune di Villaputzu. I tre paesi – essendo così vicini l’uno agli altri – sono chiaramente molto legati da ragioni prima di tutto economiche ma anche sanitarie, sociali e culturali.

Il ponte ha rappresentato un punto di passaggio cruciale per tutti i cittadini della zona – e non solo. Centinaia sono infatti i lavoratori che si spostano quotidianamente da una sponda all’altra del fiume, così come gli studenti che frequentano le scuole di diverso grado non sempre presenti nel proprio comune (in particolare gli istituti di istruzione superiore) o i pazienti che per esigenze ordinarie o straordinarie si devono recare presso l’unico ospedale presente nella zona, quello di Muravera.


Viabilità alternativa



La viabilità alternativa (presente, è bene dirlo) è rappresentata dalla Nuova Statale 125 (125 VAR, ndr), che permette un passaggio da una sponda all’altra del fiume, con un aumento della percorrenza stimato intorno ai venti chilometri. I due svincoli di riferimento sul percorso sono posti sulla Statale 387 (a metà strada circa tra Muravera e San Vito) e attorno al km 75 della ex strada statale 125 (poco dopo il valico di Genn’Arrela, non distante dalla zona di Quirra) a circa 10 km dall’uscita dell’abitato di Villaputzu.


La conseguenza è che un percorso che prima richiedeva circa 10 minuti di percorrenza, in questo momento ne richiede circa 30. Tempistiche che soprattutto in casi di emergenza medica possono essere decisive, ma che complicano i piani di famiglie e imprese del territorio. Una situazione che insieme alla previsione di non poter percorrere il ponte per quasi due anni, data la lunghezza dei lavori che secondo i piani dovrebbero protrarsi per oltre 500 giorni, ha portato le diverse comunità verso la protesta.


La manifestazione


Un momento della manifestazione | Foto Fabio Crobu

Convocato dalla giunta comunale di Villaputzu, il corteo è partito dalla piazza antistante il Municipio dell’omonimo comune per poi snodarsi sulla ex strada statale 125 (che portava – appunto – ai due paesi limitrofi) per poi raggiungere proprio il ponte tanto discusso, dove intorno alle 14.30 si è tenuto un consiglio comunale straordinario. L’obiettivo della protesta è quello di ottenere una viabilità alternativa che possa essere adeguata sia alla portata del fiume che alle esigenze dei cittadini che – tutti i giorni – hanno necessità di spostarsi da una sponda all’altra del basso Flumendosa. Il risultato è un territorio che - pur spezzato geograficamente - resta unito nella protesta e che conta di avere risposte rapide per tornare a poter esercitare tutti i propri diritti.

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