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  • Immagine del redattoreMatteo Cardia

David Sassoli, volto d'Europa


Martello e picchetto in mano per abbattere un muro che l’Europa l’aveva divisa per tanti, troppi anni. Seduto nello studio del telegiornale più importante del servizio pubblico alla sera e nelle giornate più significative degli anni 2000. Tra i banchi del Parlamento Europeo e poi in giro per il Vecchio Continente e oltre per rappresentare proprio quella istituzione che lo aveva visto entrare definitivamente nel mondo della politica. Il volto di David Sassoli è stato familiare nel senso più profondo della parola. Solo i segni del tempo hanno cambiato uno sguardo in cui milioni di italiani e non solo, hanno potuto trovare fiducia, sia incontrando il giornalista che poi il politico. Un sentimento di certezza che non tutti sono capaci di infondere e che, nonostante la scomparsa troppo prematura, David Sassoli è riuscito a donare agli altri.

Tra giornalismo e politica

Nato nel 1956 a Firenze ma trasferitosi presto a Roma, Sassoli cresce tra la passione per la politica e per il giornalismo, coltivati attraverso l’attivismo nell’AGESCI e nelle associazioni come la Lega Democratica. Negli anni Ottanta inizia la sua attività da giornalista collaborando con varie testate locali, con l’agenzia di stampa Asca e con Il Giorno, prima del grande salto alla RAI dove comincia facendo l’inviato per il TG3. Sassoli consuma le scarpe da vero cronista prima di passare a condurre programmi su Rai 2 e infine arrivare, all’inizio del nuovo millennio, alla scrivania del TG1.

Diventa uno dei visi più conosciuti in Italia, conduce prima l’edizione pomeridiana e poi quella serale. Nel 2007 Gianni Riotta lo nomina vice-direttore del telegiornale ma poi, due anni dopo, è l’altra passione a richiamarlo: la politica. Dario Franceschini, al tempo segretario del Partito Democratico, decide di proporgli la candidatura al Parlamento Europeo. La scelta è vincente, perché Sassoli diventa uno dei più votati nel Paese ed è da subito eletto capogruppo del PD a Strasburgo. Verrà rieletto – con un solo tentativo di tornare alla politica italiana nel mezzo quando nel 2013 era candidato alle primarie per il sindaco di Roma – per altre tre volte. Nel 2014 diviene vice-presidente del Parlamento Europeo e nel 2019, invece, viene eletto Presidente al secondo scrutinio. Una carriera in continua ascesa, che ha dimostrato come mitezza e fermezza potessero andare di pari passo e fare bene alla politica.


Questione di idee

Ed è proprio nella politica e nella sua importanza che Sassoli credeva. Lo ha dimostrato nei lavori da parlamentare e nella sua missione giunta quasi al suo naturale termine da Presidente del Parlamento Europeo. Quell’istituzione spesso bistrattata ma dove risiedono gran parte di quei valori fondativi del Manifesto di Ventotene e dell’Unione stessa. “Abbiamo bisogno di visione e per questo serve la politica. Sono necessari partiti europei sempre più capaci di essere l’architrave della nostra democrazia – diceva nel suo discorso d’insediamento a Strasburgo nel luglio 2019 - ma dobbiamo dare loro nuovi strumenti. Quelli che abbiamo sono insufficienti. Questa legislatura dovrà rafforzare le procedure per rendere il Parlamento protagonista di una completa democrazia europea". [2]

Perché è attraverso il Parlamento che i cittadini possono davvero sentirsi europei e nella rappresentanza trovare una ragione in più alla partecipazione.

E questo Sassoli non lo hai mai dimenticato, così come il suo sguardo da giornalista. Uno sguardo largo, capace di includere e non di escludere. Con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno, che si trattasse di cittadini europei o del mondo, come dimostrato dall’impegno per la modifica del trattato di Dublino negli ultimi anni. Un modo di essere che in entrambe le vite professionali ha consentito a Sassoli di far capire agli altri come il lavoro d’insieme fosse la strada migliore per saper leggere ma anche cambiare la realtà.


David Sassoli mancherà all’Italia e all’Europa. Perché come ha dichiarato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “La sua morte apre un vuoto nelle file di coloro che hanno creduto e costruito un’Europa di pace al servizio dei cittadini e rappresenta un motivo di dolore profondo per il popolo italiano e per il popolo europeo”. [3] Ma forse è proprio dai principi lasciati in eredità da Sassoli, che chiunque creda al progetto europeo dovrà ripartire. Per abbattere i muri costruiti dalla politica e dall’indifferenza e per dare vita ad un’Europa leale, coerente e accogliente.


Fonti:

[1] Redazione, Biografia, Sito ufficiale David Sassoli, https://davidsassoli.com/biografia/

[2] David Sassoli, Discorso d'insediamento Presidenza Parlamento Europeo, 3 luglio 2019, https://www.europarl.europa.eu/resources/library/media/

[3] Presidenza della Repubblica, Dichiarazione ufficiale, 11 gennaio 2022, https://www.quirinale.it/elementi/61866


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