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  • Paolo Falqui

Libera Chiesa in libero Stato. O no?

Il ritorno delle discussioni sul crocifisso e le frequenti dichiarazioni degli esponenti ultracattolici al governo rimettono in dubbio la laicità della Repubblica.


“Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani” Costituzione Italiana, Art. 7

L’Italia è una repubblica laica; o perlomeno, questo dice, anche se non espressamente, la nostra Costituzione. Nell’articolo 8, infatti, lo Stato si pone in una posizione di neutralità rispetto a tutte le confessioni religiose, nonostante il rapporto privilegiato con il cattolicesimo regolato dai Patti Lateranensi. [1]

Il principio di laicità dello Stato tuttavia non ha mai trovato piena attuazione, sia per la relazione storica tra Italia e Vaticano (che si porta dietro le disposizioni proprio dei Patti Lateranensi), sia per l’attitudine di partiti e singoli politici che si appellano alla religione consci della grande presa che ancora ha in vari strati della popolazione; a riportare in auge la religione cattolica in politica è stata la nuova destra conservatrice, tra rosari, pro-vita e crocifissi. Non si può tuttavia comprendere l’influenza che ancora oggi il cattolicesimo esercita sulla vita politica italiana senza considerare la storia che lega Chiesa Cattolica e Stato Italiano.


La relazione tra Stato e Chiesa nella Storia d’Italia

Come nelle storie d’amore più melodrammatiche, l’inizio non fu dei migliori: con la presa di Roma nel 1870, il nuovo Regno d’Italia annette lo Stato Pontificio, inimicandosi inevitabilmente la Santa Sede; il famigerato “Non expedit”, espresso per la prima volta nel 1868, raccomandava ai cattolici di non partecipare alla vita politica del nuovo Stato.


Già verso la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento tuttavia le posizioni si ammorbidirono, soprattutto in risposta ai socialisti, permettendo ai liberali di Giolitti di godere di certo appoggio cattolico e sfociando nel Patto Gentiloni (1913), accordo tra liberali e cattolici a livello nazionale, e nell’abrogazione del divieto (1919). Durante il fascismo, gli interessi della dittatura e della Chiesa coincisero, tra il bisogno di consenso politico e la lotta al socialismo: nel 1929 abbiamo dunque la firma dei Patti Lateranensi, con la creazione della Città del Vaticano e la regolazione dei rapporti tra Stato e Chiesa Cattolica che, seppur rivisitati nel 1984, rimangono ancora oggi sicuramente privilegiati. [2]


Il dopoguerra vede poi il dominio della Democrazia Cristiana (DC), anche grazie all’appoggio statunitense volto a limitare il più grande partito comunista d’Europa nel contesto della Guerra Fredda. La DC era caratterizzata da una classe dirigente e degli ideali fortemente cattolici che ostacolarono leggi come il divorzio o l’aborto. La discesa in campo di Berlusconi laicizzò in certo modo i liberali italiani, o comunque rinnovò il centro destra facendo passare in secondo piano la vocazione cristiana, pur servendosi anche lui di sinergie con la gerarchia ecclesiastica e simbologia religiosa, nonché opponendosi a legislazioni laiche su coppie di fatto ed eutanasia. [3]


Politica e religione oggi

Secondo i dati raccolti da vari istituti, nel 2021 praticamente l’80% della popolazione italiana si definisce cristiano, (82,1% nella sola popolazione con cittadinanza italiana), con il sud che risulta più legato alla religione e più praticante. [4]

Non deve sorprendere dunque che in un’ottica di “nazionalizzazione” di un partito secessionista e laico come era la Lega Nord bossiana, Matteo Salvini abbia puntato proprio sulla religione per arrivare ai cittadini del sud Italia, presentandosi ai comizi con il rosario in mano, appellando alla Vergine Maria per la vittoria elettorale e accogliendo nella Lega esponenti ultracattolici con posizioni anti-abortiste e omofobe.


Il rinascere della strumentalizzazione della religione per fini politici, comune a molte delle destre conservatrici europee, sembra trovare piena realizzazione nel nuovo Governo, i quali esponenti non lesinano esternazioni su gay, aborto, famiglia, ricalcando una rigidità cattolica che nei fatti risulta antiquata per la Chiesa Cattolica stessa, che pur con lentezza ha iniziato ad ammorbidire le sue posizioni in materia. Inoltre, i partiti che appoggiano il Governo spesso e volentieri si spendono in proposte di legge di stampo chiaramente ultracattolico: sono state presentate ben tre (una per ogni partito) proposte di limitazione dell’aborto, per indicazione del ministero è stato negato il diritto di poter trascrivere gli atti di paternità per le coppie omosessuali che hanno adottato all’estero e l’ultima notizia è la proposta di rendere obbligatorio il crocifisso in luoghi pubblici quali le scuole, i porti e gli aeroporti pena una sanzione amministrativa.


L’Italia è uno Stato laico?

Risulta evidente che le varie proposte di legge che traggono ispirazione da frange ultracattoliche e conservatrici probabilmente finiranno in un nulla di fatto: la Costituzione, come abbiamo visto all’inizio, separa in modo netto Chiesa e Stato, e garantisce a tutte le religioni uguale trattamento; la stessa questione del crocifisso obbligatorio è stata già bocciata dalla Corte di Cassazione nel 2021 [5], e la Corte Costituzionale ha più volte invitato a intervenire in una legislazione che risale ancora ai tempi del fascismo.


Tuttavia, un Paese nel quale la religione cattolica ha ancora un trattamento privilegiato, risalente a degli accordi presi con un regime dittatoriale e che, seppur rivisti, continuano ad essere decisamente più forti delle varie intese che lo Stato ha poi stipulato con altre religioni, e in cui dibattito pubblico è sempre più influenzato da idee di stampo religioso, può considerarsi appieno uno Stato laico moderno? La tendenza a confondere le “leggi di Dio” con le “leggi degli uomini” sembra allontanare l’Italia dal concetto di Stato Occidentale contemporaneo, con proposte che, nella mia opinione personale, rimandano più a teocrazie quali gli Stati Islamici tanto temuti dalle destre che a democrazie liberali del XXI secolo.


Pur rispettando la sensibilità personale, che una estesa parte politica faccia leva su disposizioni religiose per giustificare norme politiche è un fatto che va contro la stessa ratio dell’articolo 7 della Costituzione, oltre a mantenere l’Italia arretrata in materia di diritti civili rispetto a molte altre nazioni europee. In democrazia la politica, secondo quegli ideali liberali che associamo all’Occidente, dovrebbe entrare il meno possibile nelle scelte personali dei cittadini, tutelando al meglio le libertà dell’individuo sempre e quando siano compatibili con le libertà altrui: giudicare le azioni più intime dell’essere umano è compito della coscienza di ognuno, o della religione in cui crede, senza che le leggi intervengano su chi si debba amare o sulla sua idea di famiglia alla stregua dei totalitarismi o delle teocrazie. Inoltre, la separazione tra religione e politica sarà sempre più importante visti i processi di cambiamento della società italiana, con fenomeni quali le migrazioni e la globalizzazione che non possono essere ignorati, oltre alla nuova sensibilità in merito a omosessualità, generi e fine vita che ha bisogno di un riconoscimento giuridico per poter tutelare al meglio i diritti umani di tutti i cittadini siano essi destinati, secondo il cristianesimo, al paradiso o all’inferno.


Quanto espresso in questo articolo è basato sulle opinioni dell'articolista che non necessariamente riflettono la linea editoriale di TocToc Sardegna


Fonti:

[1] Art.8, Principi fondamentali - Costituzione, Brocardi, aggiornato al 30 novembre 2022, https://www.brocardi.it/costituzione/ [2] Irene Marconi, I Patti Lateranensi - La guida completa: i soggetti firmatari, il contenuto e le modifiche, Altalex, 29 gennaio 2021, https://www.altalex.com [3] Ferruccio Pinotti, Udo Gümpel, L’unto del signore, Bur, 2009, https://www.uaar.it/libri/unto-signore [4] Redazione, Le pratiche religiose in Italia, Italia in dati, https://italiaindati.com/ [5] Redazione, La Cassazione ha stabilito che sul crocifisso in aula devono decidere le scuole, Il Posti, 10 settembre 2021, https://www.ilpost.it

Fonte foto di copertina: L'Occhio di Salerno

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