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  • Immagine del redattoreMatteo Monaci

Istanti d'eternità: "Per chi suona la campana" compie ottant'anni



“Se vinceremo qui, vinceremo dappertutto. Il mondo è un posto magnifico e vale la pena combattere per esso”

Il 14 luglio 1943 veniva proiettato per la prima volta nelle sale statunitensi “Per chi suona la campana”, capolavoro del regista Sam Wood e ispirato all’omonimo romanzo di Ernest Hemingway. Il mondo era nel bel mezzo della Seconda guerra mondiale e l’uscita del film fu come una luce in grado di squassare l’oscurità e di lanciare all’intera nazione un messaggio di speranza e resistenza di fronte all’avanzata imperante delle tenebre.


Impossibile dimenticare la straordinaria interpretazione di Gary Cooper, nei panni del protagonista Robert Jordan, giovane insegnante statunitense arruolatosi come volontario nella guerra civile spagnola per combattere in difesa della repubblica contro i golpisti fascisti del generale Francisco Franco. La sua figura si distingue per l’eroismo e lo spirito di sacrificio in nome di una causa più grande. Spicca poi la grandissima Ingrid Bergman, che, dopo l’enorme successo di Casablanca, ricompare l’anno successivo in questo nuovo film in cui interpreta Maria, una ragazza spagnola sopravvissuta al massacro della sua famiglia, perpetrato dai franchisti, e che si unirà alla resistenza armata contro il fascismo. L’amore tra Robert e Maria rappresenta il fulcro della storia, fatta di coraggio e di lotta per la libertà, per la democrazia e per la giustizia sociale. I dialoghi si susseguono uno dopo l’altro creando un clima di attesa, di illusioni, amarezze e speranze. Sullo sfondo il sogno di una patria libera dall’oppressione. Ma ciò che forse più colpisce dritto al cuore è il silenzio, quel silenzio in grado di trasmettere le emozioni e le paure più profonde. In quei pochi giorni che il protagonista trascorre coi partigiani spagnoli tra le montagne è forse racchiusa l’essenza stessa dell’eternità. Ad aggiudicarsi il premio Oscar come miglior attrice non protagonista fu Katina Paxinou, nei panni di Pilar, la valorosa leader dei guerriglieri repubblicani. E’ assai emozionante pensare che una donna costretta alla fuga dal proprio Paese d’origine incarnasse nel proprio personaggio quei valori di emancipazione femminile che il fascismo mirava a distruggere, proprio mentre la sua terra natale, la Grecia, si trovava sotto l’occupazione nazista.


Questa incredibile opera nasceva dell’esperienza diretta dell’autore, Ernest Hemingway, che per tre volte si recò in Spagna come corrispondente di guerra al fianco dei repubblicani assieme alla scrittrice Martha Gellhorn, la quale nel 1940 diverrà sua moglie. I documentari che girò, raccogliendo le testimonianze di uomini e donne in lotta contro il fascismo, fecero il giro del Paese e furono visti anche dal presidente statunitense Franklin D. Roosevelt, che ricevette lo scrittore alla Casa Bianca. I fondi raccolti furono destinati da Hemingway al sostegno umanitario alla resistenza repubblicana. Una decisione che gli costerà negli anni del maccartismo numerosi sospetti per via delle sue simpatie socialiste.


Nel corso della guerra civile, migliaia di uomini e donne accorsero in Spagna da tutto il mondo per combattere nelle fila delle Brigate internazionali, costituite a sostegno della repubblica e contro il regime di Franco, appoggiato dalla Germania nazista e dall’Italia fascista. Numerosi tra loro caddero in battaglia. Molti di essi venivano proprio dall’Italia e dalla Germania, per impedire al giogo fascista che aveva schiacciato la loro patria di affermarsi anche in Spagna. In essi più di tutti è forse racchiuso il vero significato di patriottismo, ovvero non l’esaltazione della propria nazione ma la lotta per la libertà e l’autodeterminazione di tutti i popoli del mondo. Giunsero volontari anche dagli USA, tra cui molti afroamericani già in lotta contro la segregazione razziale nel proprio Paese. Nelle sue pagine Hemingway descrive in maniera toccante gli orrori della guerra, una guerra crudele e spietata in cui non vi è spazio alcuno per gesta epiche e racconti avventurosi. L’esito del conflitto è purtroppo assai noto: la vittoria di Franco e l’instaurazione di un efferato regime che durerà più di trent’anni. La Spagna riabbraccerà la democrazia soltanto nel 1975. Ma quella lotta non fu vana, poiché anticipò quello spirito di libertà che sarebbe scaturito nella Seconda guerra mondiale nella resistenza antifascista. E forse quel sogno di Robert e Maria di un futuro radioso, che pare perdersi nei dolci ricordi di una Spagna libera, nell’allegria dei viali alberati di Madrid e Barcellona, quel futuro soltanto immaginato vivrà per sempre, assurgendo all’immortalità.


“Sarò sempre con te ovunque tu vada. Finchè ci sarà uno di noi ci saremo entrambi”
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