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  • Matteo Monaci

Quell’ultimo centimetro


“Bruciare sempre, bruciare tutto. Il fuoco splende e il fuoco pulisce”

Settant’anni fa veniva dato alle stampe Fahrenheit 451, capolavoro della letteratura distopica. Il grande scrittore statunitense Ray Bradbury ci narra di un mondo in cui leggere è vietato, i libri sono messi al bando e devono essere distrutti col fuoco. Una sezione dei vigili del fuoco è costituita appositamente col compito di bruciare ogni libro che troverà sulla propria strada.


Quello immaginato da Bradbury può apparirci come un mondo lontano da noi, frutto della fantasia di un autore di fantascienza, ma in realtà nel corso della Storia è accaduto più e più volte che i libri fossero presi di mira e dati alle fiamme.

La leggendaria biblioteca di Alessandria d’Egitto fu incendiata più volte ad opera, prima dell’imperatore romano Teodosio, e poi del generale arabo Amr Ibn al-As. La Santa Inquisizione, i nazisti, la giunta militare di Pinochet, i talebani, l’Isis: sono solo alcuni dei principali responsabili dei roghi di libri.


Mi sono chiesto spesso in che modo dei fogli di carta siano in grado di incutere così tanto timore negli oppressori di tutto il mondo. Certo la risposta più plausibile è che sicuramente quei fogli siano veicolo di diffusione di idee divergenti, e questo è innegabile. Ma io penso che ciò non sia sufficiente.


Quando leggiamo un libro non ci limitiamo ad apprendere nozioni, ma impariamo a vedere il mondo e la realtà attraverso gli occhi di qualcun altro. Tra una riga e l’altra scopriamo che persone a noi distanti provano le nostre stesse emozioni, paure e speranze, diveniamo consapevoli di non essere più soli, ma di essere parte dell’umanità intera. Oltre quel centimetro di pagina ci lasciamo alle spalle i problemi della vita di tutti i giorni, oltre quel centimetro siamo completamente liberi. E’ questa libertà che spaventa così tanto gli incendiari. E, come la Storia insegna, dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche le persone.

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